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Pensioni, molte ipotesi sul tavolo

brunetta

àˆ ormai imminente la presentazione da parte del ministro Brunetta del progetto di riforma del sistema pensionistico dei dipendenti pubblici, per rispondere alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha imposto la pari età  pensionabile fra uomini e donne (attualmente fissata a 65 e 60 anni); ed èpalese che una rivisitazione del sistema pubblico, per motivi costituzionali di uguaglianza, dovrà  essere estesa anche al settore dei dipendenti privati.


Brunetta vorrebbe elevare di un anno ogni ventiquattro mesi l’età  pensionabile delle donne a partire dal 2010, fino al raggiungimento della parità  nel 2018.

Ma questa soluzione, che riscontra anche un tiepido consenso dei sindacati, si accompagnerebbe ad altre misure di vario genere a favore dei pensionati, al fine di appianare eventuali tensioni sociali. Si pensa, ad esempio, ad un potenziamento dei sistemi di previdenza complementare, oggi poco diffusi, e ad un robusto aumento delle pensioni minime.


Nell’ottica della flessibilità , inoltre, si pensa ad un complesso sistema di incentivi per favorire il mantenimento del posto di lavoro per i dipendenti sopra i 62 anni, anche quando avessero raggiunto i trentacinque anni di contributi, invitandoli in pratica a rinviare il giorno dell’andata in pensione in cambio di una rendita vitalizia pi๠sostanziosa.

Requisiti meno stringenti, in tutti i casi, dovrebbero essere previsti per coloro che hanno svolto le cosiddette attività  â€œusuranti”, peraltro ancora tutte da definire. Mentre, nell’idea di contenere i costi, un’ulteriore riforma (di dimensioni mastodontiche) porterebbe all’inglobamento dell’INPDAP all’interno dell’INPS.

Uscendo dall’ambito dei lavoratori pubblici, infine, èprobabile che prosegua ancora a lungo la strada già  in essere da qualche anno per un elevamento delle aliquote contributive riferite ad autonomi e collaboratori a progetto, al fine di parificarli a quelle dei dipendenti.