Su PensioniOggi si comincia a parlare dell’ipotesi di sperimentare la riforma delle pensioni fino al 2019. Ecco quali sarebbero i termini della sperimentazione.Â
Il sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini ha spiegato che le modifiche alla Legge Fornero entreranno nel vivo a partire dal prossimo mese di giugno. Sono già stati pensati e avviati due tavoli di confronto con i sindacati, uno per parlare della flessibilità in uscita, l’altro per parlare di lavoro e di riforma dell contrattazione.
Ci sono almeno 3 nodi importanti da sciogliere che sono stati sintetizzati da PensioniOggi: in primo luogo la definizione dei destinatari della flessibilità in uscita, poi c’èda capire quale sarà il reale funzionamento dell’APE e infine c’èda regolamentare la questione dei lavoratori con carriere discontinue.
Destinatari della flessibilità in uscita
Fino a questo momento i nati tra il 1951 ed il 1953 erano rimasti imbrigliati nelle maglie della legge Fornero. Il progetto dovrebbe quindi recuperare questa categoria di lavoratori, poi coinvolgere anche i lavoratori del pubblico impiego e definire il sistema delle decurtazioni che in teoria  sarà pi๠bassa per i disoccupati di lunga durata e per chi ha assegni particolarmente bassi.
Il funzionamento dell’APE
Il Governo punta alla forma del prestito con il coinvolgimento di banche ed assicurazioni. Sarà il lavoratore a dover restituire il prestito erogato dalla banca con un meccanismo a rate che scatterà al momento del raggiungimento del requisito di vecchiaia. L’ammortamento sarà ventennale e i rischi saranno garantiti da un dispositivo assicurativo. L’entità delle rate dipenderà dall’importo del prestito. Il loro impatto sarà attutito dalla detrazione fiscale che sarà usufruibile dopo l’uscita anticipata.
Lavoratori con carriere discontinue
Molto facile che al giorno d’oggi ci siano dei papabili pensionati con carriere discontinue. Queste dovranno essere sottoposte ad una normativa ad hoc che dovrà trattare separatamente anche lavori usuranti, la previdenza integrativa, il riscatto dei periodi di studi universitari, la proroga dell’opzione donna, oltre il 2015.