La pensione delle donne èancora un argomento di cui si dibatte a livello governativo e previdenziale. Adesso ci sono delle novità e il governo deve scegliere se promuovere l’uscita anticipata dal lavoro con una serie di penalizzazioni oppure se prorogare l’opzione donna fino al 2018. Ecco i termini della questione.Â
Il governo deve ancora discutere della pensione anticipata delle donne che porta con sè delle penalizzazioni e deve discutere della proroga dell’opzione donna. Per il momento resta in vigore l’introduzione del sistema a quote anche per il gentil sesso.
Le pensioni delle donne sono ancora pi๠basse di quelle degli uomini e in tal senso le statistiche sono impietose perchè dicono che una donna in uscita dal lavoro percepisce in media un assegno che èdel 30% inferiore rispetto a quello degli uomini.
Il CNEL ha rilevato che se i pensionati prendono in media 1500 euro al mese, le donne prendono soltanto 1000 euro. E molto dipende anche del fatto che la disoccupazione èstesa in questa fascia debole della popolazione. La pensione anticipata resta ancora un terreno da battere e la proposta èche avvenga con una serie di penalizzazioni sull’assegno. In pratica si concede alle donne di andare in pensione a 62 anni ma con una decurtazione del 2% sull’assegno pensionistico e una penalizzazione sui contributi versati fino al 12%. Se poi si combinano queste sue cose si arriva a a penalizzazioni complessive del 30%.
Per bypassare il problema si potrebbe prorogare fino al 2018 l’opzione donna. In questo caso le lavoratrici compenserebbero il passaggio al sistema contributivo con un prepensionamento a 57 anni e 3 mesi o con un’età contributiva di almeno 35 anni di contributi versati.