La risposta a questa domanda non puಠessere univoca poichè bisogna considerare con attenzione diversi aspetti. Tra questi il pi๠importante riguarda senza dubbio l’obiettivo che si intende raggiungere, ossia se il recupero degli anni spesi per studiare deve servire ad incrementare l’assegno mensile oppure ad accelerare i tempi del pensionamento.
In relazione all’incremento dell’assegno mensile, diversi studi statistici hanno dimostrato che da questo punto di vista il riscatto risulta conveniente nella stragrande maggioranza dei casi, perchèin termini di pensione complessiva si incassa pi๠di quanto èstato speso. Per quanto riguarda l’acceleramento dei tempi di pensionamento, invece, bisogna fare bene i conti poichè al momento per ottenere la pensione di anzianità èrichiesto un mix di anni contributivi e di età anagrafica, per cui non èsempre detto che il riscatto della laurea possa avvicinare l’età pensionabile, senza considerare la possibilità che i requisiti possano essere ulteriormente inaspriti nel corso dei prossimi anni.
In linea di massima il riscatto della laurea al fine di arrivare prima alla pensione conviene in determinati casi: se il riscatto consente di superare il limite dei 18 anni al 31 dicembre 1995; se riscattando gli anni di studio si arriva a 40 anni di contribuzione prima del compimento dell’età pensionabile; se si riescono a raggiungere i limiti di contribuzione in vigore nel regime delle quote in anticipo sui 65 anni previsti per la pensione di vecchiaia degli uomini.
Certo èche dal 2001 il riscatto della laurea èdiventato pi๠conveniente: le somme spese sono deducibili e quindi vanno a ridurre il reddito complessivo, mentre dal 2008 èpossibile rateizzare la spesa in 10 anni e senza interessi.
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