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Tfr in busta paga, stop all’erogazione da luglio

Stop all’erogazione del Tfr in busta paga per i lavoratori del settore privato: con il messaggio 10 luglio 2018, n. 2791 l’Inps informa che, a partire da luglio 2018 “i datori di lavoro non saranno pi๠tenuti a erogare in busta paga la quota maturanda del TFR per i dipendenti che ne abbiano fatto richiesta”.

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Il motivo? Il 30 giugno èscaduto il provvedimento introdotto in via sperimentale tre anni fa e nessun legislatore, in questo caso il governo Conte, ha disposto alcun provvedimento di proroga o reiterazione delle disposizioni normative: decade pertanto l’obbligo. Il TFR, Trattamento di Fine Rapporto (TFR) come Quota Integrativa della Retribuzione (Qu.I.R.), in busta paga era stato introdotto dal governo Renzi in via sperimentale per i periodi di paga dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018.

Potevano richiedere il TFR in busta paga i lavoratori dipendenti del settore privato eccezion fatta per i lavoratori domestici e di quelli del settore agricolo con un lavoro da almeno sei mesi: il TFR poteva essere richiesto come forma di integrazione della retribuzione mensile.

I datori di lavoro, per contro, avevano la possibilità  di poter accedere a un finanziamento assistito da garanzia che veniva rilasciato da uno specifico fondo costituito presso l’Inps. Sono stati circa 200mila i dipendenti privati che hanno sfruttato questa opportunità , circa l’1,3% nei momenti di maggior diffusione. In totale sono stati invece 387.500 i lavoratori che hanno sfruttato questa opportunità  per almeno un mese nel lasso di tempo compreso fra il 2016 e il 2018.

 

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