Limiti del segreto professionale

Gli iscritti ad un ordine professionale sono tenuti a non divulgare notizie riferibili ai propri clienti di cui sono venuti a conoscenza a causa del rapporto di lavoro instaurato, salvo naturalmente l’espressa autorizzazione dei diretti interessati.

Non si tratta di semplici questioni di rispetto interpersonale o di codice deontologico: èun vero e proprio obbligo di legge, la cui violazione puಠcomportare sanzioni penali.

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Marchi tutelati dal deposito della domanda

Il problema della tutela dei prodotti dalle contraffazioni èmolto avvertito al giorno d’oggi, e cioèall’epoca della globalizzazione e dei tarocchi cinesi o vietnamiti, ma in realtà  si tratta di un problema antico, tanto che nel nostro ordinamento ancora oggi i marchi continuano ad essere protetti da un regio decreto degli anni Trenta, sia pure aggiornato e integrato pi๠recentemente.

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Le tangenti non possono essere rimborsate

Fra le tante sentenze importanti della Corte di Cassazione, questa èuna delle pi๠curiose; la richiesta della signora che ha presentato ricorso, d’altronde, era perlomeno singolare.
Questo il caso: la donna aveva a suo tempo pagato una somma sottobanco ad un funzionario comunale per ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare.

Le cose perಠnon andarono come previsto e la signora non ottenne comunque la casa.

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Infortunio in itinere, sentenza 7373

Il lavoratore vanta, in generale, un diritto a richiedere i danni al suo datore qualora subisca un infortunio sul luogo di lavoro ed èdimostrato che quest’ultimo non avesse adottato adeguate misure di sicurezza.

Il diritto sorge anche quando l’incidente avviene nel tragitto dalla propria abitazione verso l’ufficio e viceversa: si parla, in tal caso, di “infortunio in itinere”.

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INPS, nessuna responsabilità  per gli estratti conto errati

La Corte di Cassazione ha posto fine ad una controversia sorta fra l’INPS e una lavoratrice, dando ragione all’ente previdenziale. Il caso èmolto interessante poichè, al di là  del caso specifico, il tema puಠriguardare molti altri lavoratori.

L’INPS aveva inviato alla signora un estratto conto che riepilogava la sua intera situazione contributiva, ma esso conteneva dati errati. La signora, infatti, aveva dedotto, sulla base dell’e/c, che aveva maturato tutti i requisiti per poter andare in pensione, anche se cosଠin realtà  non era affatto. La donna aveva dunque dato le dimissioni dal lavoro che svolgeva, scoprendo solo in seguito che la sua richiesta che gli venisse riconosciuto il trattamento pensionistico non poteva essere accolta.

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Difesa d’ufficio inammissibile per i praticanti avvocati

Il mercato degli avvocati in Italia, si sa, èsaturo al punto di scoppiare; e mentre in Parlamento l’esame della riforma che dovrebbe prevedere pesanti selezioni all’accesso al fine di consentire a chi ha superato il fatidico esame di Stato di ritagliarsi un proprio spazio, una brutta tegola arriva dalla Corte Costituzionale.

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Condono IVA del 2002 bocciato dall’Europa

Nel 2002 il Governo emanಠuna legge di sanatoria tributaria (il famoso “condono tombale”) che, in cambio di una modesta una tantum, consentଠa moltissimi contribuenti di seppellire per sempre eventuali malefatte precedenti riguardanti una pluralità  di imposte.

Tuttavia, i conti sono stati fatti senza l’oste, o, pi๠esattamente, senza il parere degli organismi comunitari; e poichè almeno uno dei tributi interessati, l’IVA, èdi derivazione europea, la Corte di Giustizia ha successivamente stabilito che l’Italia non poteva unilateralmente rinunciare a riscuotere il relativo gettito in cambio di un contributo sostitutivo sproporzionatamente basso.

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Sentenza storica contro i click-day

Con crescente frequenza, il legislatore attribuisce determinati bonus di natura tributaria con il meccanismo del cosiddetto “click-day”: in pratica, poichè le risorse sono scarse e non si possono attribuire indiscriminatamente a tutti i richiedenti, vengono beneficiati soltanto coloro che, in un giorno prefissato (appunto, il famigerato click-day) inviano un’istanza di attribuzione per via telematica all’Agenzia delle Entrate sperando di battere sul tempo i concorrenti di tutta Italia.

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La doppia contabilità  fa prova nel processo penale

Moltissimi contribuenti “dimenticano” spesso di indicare parte dei redditi nella propria contabilità  e quindi in dichiarazione. Una gran parte di loro, perà², per non perdere il controllo della gestione finanziaria ed economica dell’azienda, tiene comunque nota di queste operazioni nascoste, sul computer o anche in appunti scritti a mano e conservati nel cassetto dell’ufficio.

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Contestare una fattura

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In linea di massima, l’Agenzia delle Entrate ha sempre avuto la possibilità  di contestare singole fatture esibite dal contribuente: o perchè facessero riferimento ad operazioni inesistenti, o perchè comunque gli importi indicati fossero stati incrementati o ridotti rispetto al reale a seconda delle esigenze di fornitore e cliente.

In tutti i casi, comunque, toccava agli organi dell’Amministrazione Finanziaria dimostrare tali asserzioni, riferendosi a singole fatture e senza che questo andasse a toccare gli altri documenti.

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Multa per colpa del commercialista

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Una quindicina di anni fa fece molto scalpore la vicenda della popolare conduttrice Mara Venier, che si trovಠsuo malgrado inseguita dal Fisco non per sue colpe personali ma solo perchè era stata truffata dal proprio commercialista.

In suo soccorso, e in soccorso di molti altri contribuenti che potevano trovarsi in situazioni analoghe, fu emanata rapidamente la cosiddetta “legge Venier”; questa legge stabilisce che il contribuente non puಠsubire sanzioni tributarie di alcun genere se èdimostrato che la responsabilità  dei fatti contestati èdi una terza persona (un consulente o altro soggetto): si tratta della legge n. 423 del 1995.

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Ricavi non dichiarati se la cassa va in rosso

cassa in rosso

Chi si intende di ragioneria sa benissimo che il conto “cassa” ha una peculiarità  che non si riscontra negli altri conti legati alle liquidità , come i conti correnti bancari: la cassa, infatti, puಠavere un saldo esclusivamente positivo o, nel caso-limite, pari a zero.

Essa non puಠmai assumere un valore negativo, e se invece questo accade èvidente che la contabilità  presenta dei profili di anomalia, per non dire di irregolarità . Il che èd’altronde intuitivo: se in cassa ci sono cento euro, èimpossibile che si possa eseguire in contanti un pagamento di centocinquanta.

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Nulle le cartelle di pagamento inviate per raccomandata

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Un paio di anni fa il concessionario della riscossione Equitalia si trovಠfra le mani un pesantissimo problema, quando la Cassazione sancଠche gli atti di riscossione nei quali non compariva il nome del responsabile del procedimento erano radicalmente nulli;

situazione debordante, tanto che il Governo dovette emanare in fretta e furia una leggina transitoria che azzerasse tale nullità  per le cartelle già  emesse.

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Le indicazioni stradali scontano l’imposta sulla pubblicità 

indicazioni stradali

Una delle fonti tributarie che alimentano le casse dei Comuni èl’imposta comunale sulla pubblicità  (ICP), regolata da legge statale: il decreto legislativo 507/1993.

Come negli altri casi di tributi il cui gettito èdestinato agli enti locali, i principi di base sono uniformi a livello nazionale, mentre i Comuni deliberano solo su questioni di dettaglio, come fissare l’ammontare dell’imposta fra un minimo e un massimo per ogni tipologia di attività  pubblicitaria.

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Gli ex-evasori hanno diritto al patrocinio gratuito

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Nel nostro Paese, i non abbienti chiamati in giudizio hanno diritto a richiedere la tutela legale a spese dello Stato, inviando un’apposita richiesta corredata dei documenti pi๠utili, come la dichiarazione dei redditi, al locale Ordine forense; per essere giudicato non abbiente, occorre che il proprio reddito annuo non superi una certa soglia, di poco superiore ai novemila euro.

La norma appare rispondente a criteri di equità  sociale, considerato che, salvo che per alcune tipologie di cause minori, l’assistenza di un avvocato èobbligatoria in ogni grado di giudizio.

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