Criteri di gestione dell’impresa insindacabili dal giudice

I criteri di gestione dell’impresa, compresa l’ipotesi di un cambiamento organizzativo che implichi la riduzione della forza lavoro con conseguente licenziamento di una parte dei dipendenti, sono espressione della libertà  di iniziativa economica tutelata dall’art. 41 della Costituzione, pertanto non possono essere sindacati dal giudice.

A quest’ultimo spetta invece il compito di compiere un controllo sulla reale sussistenza del motivo addotto dall’imprenditore, attraverso un’idonea valutazione delle prove.

Leggi il resto

Bancarotta fraudolenta e interdizione del manager

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 769 dell’8 gennaio 2012 ha precisato che la pena accessoria prevista a carico del manager condannato per bancarotta fraudolenta consiste nell’impossibilità  da parte di quest’ultimo, per un periodo di 10 anni, di svolgere attività  imprenditoriale o incarichi direttivi presso altre aziende, sottolineando al contempo che il periodo di interdizione èstabilito dalla legge nella misura fissa di 10 anni e pertanto a tal fine non èrilevante la durata della pena principale, che nel caso di specie èstata fissata nella misura minima di tre anni di reclusione.

Leggi il resto

Attività  durante la malattia non giustifica il licenziamento

Lo svolgimento di un’attività  da parte del lavoratore durante il periodo di malattia non giustifica il suo licenziamento se questa non mette in pericolo l’equilibrio fisico del lavoratore stesso e quindi la sua capacità  di adempiere correttamente alla prestazione lavorativa.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 21938 del 6 dicembre 2012, con la quale èstato giudicato il caso di un lavoratore licenziato perchè durante il periodo di malattia aveva svolto delle attività  edili per il suo fondo e sui terreni circostanti.

Leggi il resto

Farmacie di turno non possono chiudere temporaneamente

La chiusura anche solo momentanea di una farmacia di turno puಠconfigurare a carico del responsabile della farmacia stessa il reato di interruzione di un servizio pubblico contemplato dall’art. 331 del codice penale.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 46755 del 3 dicembre 2012, con la quale èstata annullata la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello che aveva assolto il titolare di una farmacia colpevole di aver chiuso temporaneamente l’esercizio apponendo un cartello in cui informava gli eventuali clienti che si trovava in pausa pranza e che avrebbe riaperto alle ore 16:00.

Leggi il resto

Illegittima riduzione della maternità  per lavoratrici autonome

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 257 del 22 novembre 2012 ha dichiarato illegittima la norma che prevede per le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps la riduzione del periodo di maternità  da tre a cinque mesi in caso di adozione o di affidamento preadottivo di un minore.

La norma in questione èstata esaminata dopo che una lavoratrice autonoma iscritta alla gestione separata, dopo aver avuto l’affidamento preadottivo internazionale di un minore e aver ottenuto dall’Inps l’indennità  di maternità  per un periodo di tre mesi, ha chiesto l’accertamento del proprio diritto a riscuotere l’indennità  di maternità  per un periodo di cinque mesi e la conseguente condanna dell’Inps al pagamento nei suoi confronti di altre due mensilità .

Leggi il resto

Assegni familiari successione e diritti degli eredi

Gli eredi hanno diritto agli assegni familiari spettanti al dante causa anche qualora questi non vi abbia fatto richiesta quando era ancora in vita.

Il principio ècontenuto nella sentenza della Corte di Cassazione n. 20405 del 20 novembre 2012, con la quale èstato riconosciuto a favore dell’erede il diritto ad ottenere l’importo spettante alla madre defunta a titolo di assegni familiari sulla pensione di inabilità , nonostante quest’ultima quando era ancora in vita non avesse presentato apposita domanda per ottenerli.

Leggi il resto

Validità  del foglio presenze redatto dal dipendente

Qualora il foglio presenze sia stato compilato e/o aggiornato dal lavoratore dipendente, la sua validità  ai fini della retribuzione spettante èsubordinata alla conferma delle presenze da lui annotate da parte dei colleghi. In assenza di tale conferma, dunque, le annotazioni del dipendente non hanno alcuna efficacia.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n.18643 del 30 ottobre 2012, con la quale èstato riconosciuto a favore di un portiere d’albergo il diritto al pagamento di ore di lavoro straordinario provate da una sua annotazione sul foglio presenze e confermate in un secondo momento dai suoi colleghi.

Leggi il resto

Attività  abusiva in caso di locali irregolari

Per il legittimo esercizio di un’attività  commerciale ènecessaria, per tutta la durata di svolgimento della stessa, la disponibilità  giuridica e la regolarità  urbanistico-edilizia dei locali in cui viene esercitata l’attività  stessa.

Questo vale sempre ma soprattutto nei casi in cui l’attività  commerciale comporti la somministrazione di alimenti e bevande, come avviene nel caso di un agriturismo. Pertanto l’attività  svolta in assenza dei requisiti sopra descritti èda intendersi abusiva e si configura legittimo l’ordine di cessazione dell’attività  pronunciato dal Comune.

Leggi il resto

Rifiuto dei lavoratori per rischio amianto

Il rifiuto dei lavoratori dipendenti a svolgere la prestazione lavorativa per la presenza di amianto all’interno dell’azienda èda considerarsi legittimo, pertanto il datore di lavoro non puಠsospendere il pagamento della retribuzione nei loro confronti.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18921 del 5 novembre 2012, con la quale èstato giudicato il caso di un gruppo di lavoratori che, dopo essersi recati presso il luogo di lavoro e aver timbrato il cartellino, avevano rifiutato di svolgere le mansioni a loro affidate in virt๠del rischio della presenza di amianto in alcune zone.

Leggi il resto

Risarcimento infortunio sul lavoro ai conviventi non parenti

In caso di infortunio sul lavoro mortale per il dipendente, il diritto ad ottenere un risarcimento danni puಠessere riconosciuto anche a favore di un convivente del defunto che perಠnon ha alcun vincolo di parentela con quest’ultimo.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 43434 dell’8 novembre 2012, con la quale èstata confermata la decisione della Corte d’Appello che, ritenendo responsabili l’amministratore unico e il responsabile di cantiere di una società  per omicidio colposo a seguito dell’infortunio mortale di lavoratore dipendente extracomunitario, riconosceva il diritto al risarcimento danni in favore sia della madre del lavoratore che di coloro con cui la vittima conviveva stabilmente in Italia, ovvero la moglie e il figlio di quest’ultima.

Leggi il resto

Risarcimento del danno anche in assenza di mobbing

La Corte di Cassazione, consapevole della difficoltà  di riuscire a dimostrare episodi di mobbing, con la sentenza n. 18927 ha spianato la strada per ottenere un risarcimento a tutti quei lavoratori che subiscono vessazioni o discriminazioni sul luogo di lavoro, anche se manca la prova che si sia trattato di mobbing.

Secondo la Suprema Corte, infatti, perchè a favore del dipendente che ha subito episodi mortificanti venga riconosciuto il diritto ad ottenere un risarcimento èsufficiente la presenza di una serie di azioni che, se esaminate singolarmente, appaiono idonee a minare quell’integrità  psico-fisica che il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare in base a quanto stabilito sia dalla legge che dalla Costituzione.

Leggi il resto

Risarcimento per stress da eccessivo lavoro

Lo stress derivante da un eccessivo carico di lavoro puಠessere oggetto di risarcimento. A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18211 del 24 ottobre 2012.

Nel caso specifico, in particolare, la Suprema Corte ha giudicato il caso di un portiere notturno licenziato che per motivi di salute aveva chiesto all’azienda per la quale lavorava di essere spostato al turno diurno, richiesta negata in quanto l’orario di lavoro diurno era già  svolto da altri due lavoratori.

Leggi il resto

Diritto a rendita in caso di tumore per uso lavorativo del cellulare

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 17438 del 12 ottobre 2012 ha riconosciuto ad un lavoratore affetto da un tumore causato da un eccessivo uso del cellulare il diritto alla rendita per malattia professionale prevista per l’invalidità  all’80%, confermando quindi la sentenza con la quale la Corte d’Appello aveva rigettato il ricorso proposto dall’Inail.

Nel caso in esame, in particolare, il lavoratore aveva collegato l’insorgenza del cosiddetto neurinoma del Ganglio di Gasser, un tumore che colpisce i nervi cranici, ad un uso lavorativo del cellulare e di telefoni cordless per dodici anni e per un periodo di 5-6 ore al giorno, con conseguenze piuttosto gravi nonostante le diverse terapie, anche chirurgiche, a cui si era sottoposto.

Leggi il resto

Licenziamento legittimo durante astensione facoltativa se manca la comunicazione

La lavoratrice che intende usufruire del congedo di maternità  facoltativo, ossia della possibilità  di astenersi dallo svolgimento della prestazione lavorativa oltre i tre mesi successivi al parto, deve darne comunicazione sia al datore di lavoro che all’Inps, tenuto a corrispondergli l’indennità  spettante, precisando il periodo dell’assenza. Qualora ometta tale comunicazione e si astenga comunque dallo svolgimento della prestazione lavorativa si configura l’ipotesi di assenza ingiustificata, possibile causa di un licenziamento legittimo.

Leggi il resto

Infortunio in itinere non sussiste se si usa la bicicletta

L’infortunio in itinere, ossia quello che si verifica durante il tragitto che il lavoratore percorre per andare dalla sua abitazione al luogo di lavoro, non sussiste, con conseguente perdita di ogni tipo di diritto in tema di indennizzo, nel caso in cui il lavoratore utilizzi una bicicletta nonostante il luogo di lavoro possa essere facilmente raggiunto mediante l’utilizzo di mezzi pubblici.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7970/2012, con la quale èstato rigettato il ricorso presentato da una donna che aveva avanzato richiesta di indennizzo nei confronti del proprio datore di lavoro per via di un infortunio conseguente ad una caduta in bicicletta mentre si stava recando al lavoro.

Leggi il resto