Tra il 2019 e il 2022, le imprese familiari – che costituiscono l’85% di quelle totali – hanno registrato le migliori performance e su tutti gli indicatori. Compresa l’occupazione, che ha registrato un +3,8% rispetto al 2,3% delle aziende non familiari. Parliamo di oltre 99mila posti di lavoro, che in parte hanno interessato anche la dirigenza.
Un nodo strategico per queste imprese, per quasi un quarto guidate da over 70 e che – come si evince dall’ultimo Osservatorio AUB e da un recente studio Deloitte – sono chiamate a mettere urgentemente mano al modello di governance e al passaggio generazionale. Pena la perdita di questo asset strategico per l’Italia, posti di lavoro compresi, laddove a oggi solo un terzo di queste aziende riesce a sopravvivere alla seconda generazione e solo un 10-15% alla terza.
Ne abbiamo parlato con lo Studio legale Borrelli – inserito da Forbes tra i migliori professional 2021 e 2022 e partner di IlSole24Ore, con una maturata esperienza in materia.
Giovani, donne ed esterni
A guardare le imprese con un fatturato di oltre 20 milioni di euro, il 65% di tutte le familiari, i dati parlano di:
- una ripresa più rapida, con un tasso di crescita 2021 che ha segnato il valore più alto dell’ultimo decennio e numeri superiori alla media nazionale in ben 8 Regioni (anche del Centro e del Sud);
- un tasso di crescita 2022 del 35% – superiore a quello sia 2021, sia delle aziende non familiari;
- una crescita del fatturato 2020-2021 a doppia cifra e in quasi tutti i settori;
- un tasso di crescita dell’occupazione superiore alle non familiari, che nel 2021 ha superato l’11%.
Ma il dato più interessante è quello che riguarda la composizione della dirigenza. Infatti, a parte il terzo governato da un Amministratore Unico, le imprese che hanno un Consiglio di Amministrazione hanno le seguenti caratteristiche:
- nel 26,4% dei casi, almeno un consigliere under 40;
- nel 37,6%, più del 33% di donne;
- nel 60,1%, almeno un componente esterno alla famiglia proprietaria;
- nel 91,9%, meno di due consiglieri over 75.
La vera notizia? Le 344 aziende che su questi 4 indicatori hanno registrato i valori più alti presentano dei livelli di performance economico-finanziaria superiori. Assieme all’avvocato Paolo Borrelli, andiamo a scoprire perché.
Il “patrimonio emotivo”
Nei pochi casi di passaggio generazionale compiuto, le seconde e le terze generazioni raggiungono dei risultati migliori. E la spiegazione si trova nel loro maggiore distacco emotivo, tale da prendere decisioni più razionali e in base a logiche economico-finanziarie oggettive.
Infatti, i fondatori tendono a essere fortemente condizionati da fattori non economici – come, per esempio, l’identificazione della famiglia nell’azienda o la continuità dell’eredità. Fattori che, in gran parte dei casi, li portano a commettere alcuni errori strutturali:
- mischiare i tavoli familiari e gestionali e quindi i ruoli;
- inserire nei Consigli di Amministrazione soltanto membri della famiglia proprietaria o reclutare figure terze in base alla fiducia e non alla capacità o ai risultati ottenuti;
- confondere pertanto l’appartenenza alla famiglia con la competenza;
- non formare le generazioni successive o limitare la loro vis imprenditoriale, autonomia e creatività;
- considerare la successione come un evento singolo e non come un processo, da avviare per tempo e prima che la leadership compia 65 anni.
Errori in buonafede, basati sui valori della prima generazione e sull’affetto ma che presentano un alto rischio per l’azienda. Tant’è che le imprese familiari con le migliori performance finora sono state quelle che hanno cambiato questo modello di governance – separando i tavoli, chiarendo i ruoli e aprendo i loro Consigli di Amministrazione a giovani, donne, azionisti di minoranza e figure esterne alla famiglia, scelte in base alle loro capacità.
Queste imprese, spina dorsale dell’economia italiana, crescono più rapidamente e creano più occupazione. Arrivando, infatti, a impiegare oltre il 74% della forza lavoro – soprattutto nelle province di Milano e Roma, dove si concentra il maggior numero di aziende familiari. Un’opportunità da non perdere, per il lavoro e per il sistema-Paese.