L’export dei prodotti ortofrutticoli nostrani èin aumento ma stanno crescendo anche i consumi di frutta e verdura degli italiani. Una notizia senz’altro positiva per chi si occupa della salute delle persone ma a ben vedere èanche un incentivo per tanti giovani che vogliono diventare agricoltori.Â
Quanti sono i giovani che vogliono diventare contadini? Sono sempre di pi๠e lo fanno in maniera innovativa sperimentando nuove tecniche di coltivazione che sfruttano la tecnologia ma no riducono la qualità del prodotto. E il fatto che l’export sia aumentato èsenz’altro un buon segnale.
La Coldiretti in un recente comunicato ribadisce i seguenti numeri:
Nel 2016 il consumo procapite di frutta e verdura sfiorerà i 320 chili a testa. Il risultato èche la spesa per frutta e verdura degli italiani con 98,55 euro al mese per famiglia ha sorpassato quella per la carne ed èdiventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie con una rivoluzione epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo.
Le famiglie italiane hanno acquistato complessivamente 3,47 milioni di tonnellate di frutta e verdura nei primi sei mesi 2016 con un aumento del 2% rispetto allo spesso periodo dell’anno precedente secondo i dati di Macfrut Consumers’ Trend. Un cambiamento spinto soprattutto alle preferenze alimentari dei giovani che fanno sempre pi๠attenzione al benessere a tavola come dimostra il fatto che il 37% dei cosiddetti “millennials†spende di pi๠per gli acquisti di ortofrutta secondo lo studio presentato all’incontro della Coldiretti dal professor Felice Adinolfi, docente di Economia e Politica Agraria all’Università di Bologna.
I comportamenti di consumo alimentare – rileva lo studio – privilegiano l’origine, la salubrità e l’innovazione in termini di servizi che accompagnano il prodotto. In particolare l’origine risulta il criterio di scelta prioritario per oltre il 53 per cento dei consumatore italiani e il 34 per cento dei consumatori europei mentre nonostante le difficoltà economiche i numeri dei consumatori italiani che scelgono i base al prezzo basso che si fermano al 32%.