Tali integrazioni sono infatti considerate indispensabili per tenere conto degli andamenti economici dei mercati, soprattutto con particolare riguardo a determinati settori o aree territoriali.
Tra le varie modifiche figura l’aggiornamento e l’istituzione di alcuni indicatori di coerenza, individuati sulla base delle note tecniche e metodologiche negli allegati, finalizzati a contrastare situazioni di non corretta compilazione dei dati previsti nei modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini degli studi di settore.
Tra gli indicatori di coerenza figurano ad esempio l’incoerenza nel valore delle rimanenze finali e/o delle esistenze iniziali relative ad opere, forniture e servizi di durata ultrannuale; il valore negativo del costo del venduto, comprensivo del costo per la produzione di servizi; il valore negativo del costo del venduto; il valore del costo del venduto, relativo a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso, superiore al valore di corrispondenti ricavi; la mancata dichiarazione; la mancata dichiarazione delle spese per beni mobili acquisiti in dipendenza di contratti di locazione non finanziaria; la mancata dichiarazione del valore di beni strumentali in presenza di quote di ammortamento.
L’incoerenza, ricordiamo, scatta quando il valore, indicato nel modello degli studi, degli utili spettanti agli associati in partecipazione con apporto di solo lavoro èmaggiore di zero e il numero e/o la percentuale di lavoro prestato degli associati in partecipazione èpari a zero.