Fare impresa in Turchia con “Italia in Turchia 2010”

I rapporti diplomatici fra il nostro Paese e la Turchia sono eccellenti; e questo, indubbiamente, favorisce lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali.

Il ministero degli Esteri ha avviato una campagna intitolata “Italia in Turchia 2010” (che èconseguente ad iniziative analoghe portate avanti negli anni passati), costituita da ben centoventi eventi da tenersi in ogni angolo della nazione anatolica nel corso dell’anno: fiere, convegni, pubblicità  eccetera.

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Saldi invernali 2010 date

Saldi

Dicembre e gennaio sono in genere i mesi pi๠propizi per il commercio al dettaglio, anche se per motivi diametralmente opposti: alla sbornia di acquisti natalizi segue infatti la fase dei saldi di fine stagione.

àˆ vero che il periodo dei saldi perdura per un paio di mesi, ma non c’ dubbio che èla prima metà  di gennaio la pi๠importante, poichè in quei giorni che i consumatori compiono gli acquisti rimandati nei mesi precedenti e che le merci migliori sono ancora disponibili.

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Agosto da favola per gli outlet

consumi outlet

Buone notizie per gli outlet, i centri commerciali che cedono per lo pi๠prodotti di grandi marche (soprattutto nel ramo abbigliamento e calzature, ma non solo) a prezzi decisamente risicati.

Al momento sono trenta gli outlet aperti in tutta l’Italia, per lo pi๠appartenenti alle due grandi catene del settore: i gruppi McArthur Glen e Fashion district.

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Orari di apertura dei negozi: le deroghe

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L’intersecazione di leggi nazionali, delibere comunali e libere decisioni dell’esercente possono facilmente confondere le idee al singolo cittadino: èper questo che la legge impone che ogni esercizio commerciale debba segnalare tramite cartelli visibili al pubblico i giorni e gli orari di apertura e chiusura del negozio.

Tale norma ètanto pi๠utile quando ricorre una delle numerose ipotesi in cui la legge prevede regole particolari, in deroga rispetto ai principi generali già  descritti.

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Orari di apertura dei negozi: regole generali

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L’articolo 11 e seguenti del decreto legislativo 114/1998 (il Testo Unico sul Commercio) stabilisce alcuni paletti generali su giorni e orari di apertura degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, lasciando alcune competenze di dettaglio ai singoli Comuni.

All’interno degli spazi delimitati dalla legge e dal Comune di competenza, il singolo negoziante puಠpoi decidere liberamente gli orari di apertura al pubblico del locale; ovviamente il discorso riguarda solamente l’apertura al pubblico, mentre attività  lavorative di altro genere (come la tenuta dei libri contabili o la pulizia degli ambienti) possono essere eseguite quando il commerciante preferisce.

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Vendite in saldo e in liquidazione

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Il Testo Unico sul Commercio (D.Lgs. 114/1998) definisce alcune regole generali sulle varie ipotesi di vendita di merce a prezzi ridotti rispetto all’ordinario, demandando perಠagli enti locali il dettaglio sulle modalità  di svolgimento.

Il T.U., in particolare, descrive tre categorie di “vendite straordinarie” (saldi, liquidazioni, promozioni), tutte caratterizzate dal divieto di libertà  assoluta per i negozianti: a fini di tutela della concorrenza, e soprattutto di quelle piccole realtà  imprenditoriali che non potrebbero sopportare a lungo una battaglia sui prezzi, sono infatti fissati dei limiti precisi e delle salate sanzioni amministrative per chi li violasse.

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Bar e negozi chiudono uno dopo l’altro

negozio in crisi

Non c’era bisogno della crisi mondiale per rendersi conto che i piccoli esercizi soffrono da anni la riduzione dei consumi e la temibile concorrenza dei centri commerciali.

La principale associazione di categoria, Confesercenti, ha diffuso dati preoccupanti registrati da Unioncamere fra il 2007 e il 2008: in Italia, il saldo negativo fra chiusure e aperture nel biennio considerato ammonta a 3.598 ristoranti in meno, 6.912 bar e 5.335 negozi di abbigliamento, ma anche 4.836 aziende venditrici al dettaglio di mobili ed elettrodomestici, 2.432 macellerie, 1.521 negozi di frutta e verdura e cosଠvia.

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Liberalizzazioni fra passi avanti e marce indietro (I)

Nei due anni travagliati dell’ultimo Governo Prodi, i provvedimenti che pi๠di altri sono riusciti ad accattivarsi simpatie bipartisan e il consenso dell’opinione pubblica sono le cosiddette “lenzuolate” di liberalizzazioni varate dall’ex ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.

In realtà , èpi๠corretto parlare pi๠in generale di misure a favore dei consumatori, in quanto alcune hanno effettivamente eliminato alcuni vincoli legislativi all’esercizio dell’attività  di impresa (le liberalizzazioni in senso stretto), mentre altre ne hanno aggiunto di nuovi a vantaggio della clientela: si pensi al divieto per i gestori di telefonia mobile di far pagare al consumatore i costi di ricarica.

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Il ritorno dei negozianti a credito

Negli ultimi trent’anni, la comparsa prima dei supermercati e poi degli ipermercati ha condannato ad una lenta agonia l’intero comparto dei piccoli esercenti: quell’esercito di botteghe sotto casa in cui la tipica massaia italiana si recava ogni mattina instaurando un rapporto di fiducia e conoscenza anche personale col gestore e i suoi commessi.

Oggi le casalinghe sono sempre di meno e il tempo a disposizione per fare la spesa èmeno ancora. Quindi, la soluzione dei grandi centri commerciali èspesso pi๠comoda, veloce ed economica, condannando i piccoli negozianti all’oblio.

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Boom del last-minute nel commercio

Confinata fino a qualche mese fa nel ristretto ambito del turismo, la formula del last-minute sta oggi spopolando in ogni settore, soprattutto in quello alimentare, e si sta rivelando un affare notevole tanto per le imprese quanto per le famiglie.

àˆ una soluzione low-cost che sta acquisendo sempre maggiore interesse, tanto per i negozianti (che si ritrovano spesso e volentieri con gli scaffali pieni di merce invenduta) quanto per i clienti in difficoltà  ad arrivare alla fine del mese (per alcune famiglie, addirittura, si dice che sia un problema già  arrivare alla seconda settimana).

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