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Confcommercio, 7.300 euro l’anno le spese obbligate pro capite

Quasi 7.300 euro l’anno pro capite: questa èla cifra che emerge dall’ufficio studi della Confcommercio che mette in evidenza come le uscire vincolate, con poca o nessuna libertà  di scelta, per il cittadino siano decisamente alte.

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Si va dai costi dell’energia elettrica ai ticket sanitari alle assicurazioni con una cifra che si attesta intorno al 40,7% sul totale dei consumi, in calo di circa un punto rispetto al 2014, ma tra le uscite vincolate resta la voce abitazione la pi๠alta fra affitti, manutenzioni, bollette e utenze che finisce per assorbire ben 4.200 euro. 

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Tutti i difetti del redditometro 2012

Il reddito medio delle famiglie italiane èsceso del 13 per cento

Non èmolto difficile capire perchè la crisi economica abbia inciso cosଠtanto anche sull’universo dei consumi. Lo rivela la Confcommercio in una sua indagine, che ha analizzato il reddito medio dei lavoratori e delle famiglie italiane. Il risultato chiarisce che il reddito medio a disposizione delle famiglie italiane ètornato ai livelli di 30 anni fa. 

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C’èancora una forte stretta del credito per le imprese italiane

Le imprese italiane sono tutt’ora interessate dagli effetti della morsa del credito, ovvero dalla difficoltà  di accedere a prestiti e finanziamenti, che solo di rado vengono concessi da banche e istituti di credito. La stretta sulla liquidità  penalizza sia le imprese di grandi dimensioni che quelle di dimensioni pi๠modeste, ma ad essere maggiormente colpite sono quelle pi๠piccole e situate in zone del Mezzogiorno d’Italia. 

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La crescita dell’Italia èla pi๠bassa d’Europa dal 1996

La crescita economica per l’Italia appare sempre di pi๠come un miraggio. Il nostro paese, infatti, stando a recenti studi, ècresciuto a livelli bassissimi non solo negli ultimi due o tre anni di crisi, ma addirittura a partire dal lontano 1996. Tra il 1996 e il 2013, infatti, la crescita del PIL italiano pro capite tra i paesi OCSE èstata una delle pi๠basse in assoluto, con un misero incremento del 2,1 per cento. 

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Foto | Johannes Eisele/AFP/Getty Images

Imprese del Sud in forte difficoltà 

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Una ricerca effettuata da Confcommercio-Imprese in collaborazione con Format ricerche denuncia la difficile situazione in cui si trovano gli imprenditori del sud. Uno dei tanti report che escono ormai quasi quotidianamente sulla disastrosa situazione economica italiana e che vedono il Mezzogiorno del paese sempre un passo indietro rispetto alle altri parti di Italia.

Dall’indagine emerge che il 66.3% degli imprenditori del Sud dichiara che la situazione della sua impresa èpeggiorata nel corso dell’ultimo quadrimestre e la metà  di loro, precisamente il 50,4%, ritiene che a luglio la situazione sarà  ancora peggiore. Valutazioni portate dalle previsioni del giro di affari e dal senso di sfiducia che si ègenerato in tutta la classe imprenditoriale italiana.

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Musica nel negozio, bisogna pagare i diritti

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Non tutti gli esercenti lo sanno, ma nel nostro Paese non èconsentito un uso indiscriminato della radio o della televisione all’interno dei propri spazi, nè tantomeno èammesso diffondere il contenuto di cd e dvd.

Si tratta, infatti, a tutti gli effetti di rappresentazione di spettacoli audiofonici in luogo aperto al pubblico, con la conseguenza che occorre versare i relativi diritti d’autore.

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I negozi chiudono uno dopo l’altro

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La principale associazione imprenditoriale di riferimento per la categoria dei piccoli esercenti, Confcommercio, ha appena diffuso i dati ricavati da uno studio sull’andamento della crisi dei consumi in Italia nell’anno in corso.

I risultati sono davvero negativi. Si ècalcolato che da qui fino alla fine dell’anno il saldo fra chiusure e apertura di negozi al dettaglio sarà  negativo per circa diciannovemila unità , con la conseguente perdita di oltre centotrentamila posti di lavoro.

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