Licenziamento per superamento periodo di comporto

Il licenziamento individuale per superamento del periodo di comporto rientra nella fattispecie di licenziamento per giustificato motivo e non in quella del licenziamento disciplinare, di conseguenza il datore di lavoro non ha l’obbligo di contestare le singole assenze del lavoratore ma si puಠlimitare ad indicare il numero totale di assenze relative ad un determinato periodo.

A confermarlo èstata la sentenza della Corte di Cassazione n. 23920 del 2010, che di fatto annulla il precedente orientamento adottato dalla Corte stessa e che prevedeva per il datore di lavoro l’obbligo di indicare i giorni di assenza, in modo tale da consentire al lavoratore di poter replicare.

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Part time diventa full time se orario supera i limiti

Un rapporto di lavoro a tempo parziale puಠtrasformarsi in un rapporto di lavoro a tempo pieno anche senza che le parti manifestino la loro volontà  in merito, purchè di fatto il lavoratore svolga un orario di lavoro prossimo a quello che dovrebbe svolgere se il suo rapporto di lavoro fosse a tempo pieno.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 21160/2010, pronunciata a seguito della richiesta proveniente da parte di un addetto al casello autostradale, che ha chiesto al Tribunale di accertare che il suo rapporto di lavoro a tempo parziale si era concretamente svolto secondo orari che superavano i limiti fissati dal contratto collettivo.

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Licenziamento durante il periodo di prova

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 23224 del 17 novembre 2010 ha chiarito alcuni dubbi interpretativi in merito al licenziamento durante il periodo di prova.

La fattispecie èdisciplinata dall’art. 2096 del codice civile, il quale al 3° comma stabilisce che “durante il periodo di prova ciascuna delle parti puಠrecedere dal contratto, senza l’obbligo di preavviso o d’indennità . Se perಠla prova èstabilita per un tempo minimo necessario, la facoltà  di recesso non puಠesercitarsi prima della scadenza del termine“.

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ICI: accertamenti nulli senza la delibera allegata

La sentenza n. 20535/2010 della Corte di Cassazione risulta insolitamente favorevole verso il contribuente, anche se ha destato un elevato numero di prese di posizione critiche.

Il caso vedeva contrapposti un cittadino e un non precisato Comune italiano: i due soggetti erano in lite per questioni di ICI, come capita di frequente. La causa della discordia erano alcune aree edificabili di proprietà  del contribuente.

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Niente IRAP per i piccoli imprenditori

La Corte di Cassazione èarrivato al terzo step della sua opera di demolizione dell’IRAP: dopo aver stabilito negli scorsi anni l’esenzione totale dall’imposta regionale sulle attività  produttive per i lavoratori autonomi prima e per agenti di commercio e promotori finanziari poi, ora tocca alla generalità  dei piccoli imprenditori.

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Salario integrale anche per il giovanissimo

L’età  minima per l’accesso all’occupazione èuno dei temi pi๠antichi nel diritto giuslavoristico: nell’Italia ultraliberale del XIX secolo, infatti, le primissime leggi di diritto del lavoro, approvate alla fine di quel centennio, riguardavano proprio la tutela dei minorenni avviati ad operare in condizioni spesso disumane.

Sono passati gli anni ma il tema rimane tuttora scottante. Secondo la normativa attuale, l’età  minima èdi sedici anni, e purchè sia stato adempiuto l’obbligo scolastico; fino ad alcuni anni fa, invece, l’unico requisito era l’aver compiuto quindici anni.

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Copiare ad un concorso

L’ormai remota ma tuttora vigente legge n. 475 del 1925 sanziona dal punto di vista penale coloro che, pur di ottenere un titolo, un diploma o un posto di lavoro, attribuiscono a se stessi elaborati di terzi. In parole povere: coloro che copiano.

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 32368/2010, ha offerto un’interpretazione estensiva del concetto di falsa attribuzione. La causa del contendere riguardava una ragazza che partecipava ad un concorso pubblico con intenti decisamente truffaldini.

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Compensi per amministratori indeducibili

Passerà  probabilmente agli annali come la sentenza dell’anno in materia di diritto tributario. Si tratta dell’ordinanza n. 18702/2010 della Corte di Cassazione, che ha scatenato un autentico putiferio fra gli addetti ai lavori.

L’Agenzia delle Entrate contestava ad una società  di capitali la deduzione dei compensi erogati agli amministratori in un dato periodo d’imposta piuttosto che nel successivo, con tutte le relative conseguenze in termini di debiti d’imposta.

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Accertamenti anche sui c/c dei familiari

In ogni momento, l’Agenzia delle Entrate puಠottenere da qualsiasi istituto bancario notizie sui movimenti che concernono qualsivoglia conto corrente o altro rapporto finanziario.

Consci di cià², i cittadini in vena di nascondere qualcosa all’occhio vigile del Fisco si appoggiano con grande frequenza ai conti correnti intestati al coniuge, ai figli o ad un amico di assoluta fiducia, facendo transitare su di essi gli importi che si vuole tenere celati.

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Casalinghe, risarcimento del danno patrimoniale

Per le casalinghe una tutela ad ampio respiro per i danni fisici.
Tutto nasce con un’innovativa sentenza emanata dalla Corte di Cassazione, la n. 16896/2010: a ricorrere era stata una signora, priva di attività  lavorativa e semplice casalinga, rimasta seriamente ferita dopo un incidente stradale.

La Suprema Corte, accogliendo in pieno le richieste della ricorrente, ha condannato il responsabile dell’incidente ad un risarcimento danni molto pesante.

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Responsabilità  del commercialista e del cliente

Torniamo su un tema già  trattato in altri articoli, in virt๠dell’ennesima sentenza della Cassazione sul tormentato tema della suddivisione delle responsabilità  fra il cliente e il consulente fiscale.

La cosiddetta “legge Venier” (emanata nel 1997 a seguito delle disavventure fiscali della popolare conduttrice Mara Venier, truffata dal suo commercialista di fiducia) stabilisce che al contribuente non si applicano sanzioni tributarie quando èdimostrato che gli illeciti contestatigli dipendono da comportamento doloso di un terzo, regolarmente denunciato.

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Sequestro e confisca di auto cointestate o in leasing

La Corte di Cassazione, in questi ultimi mesi, ha emesso diverse sentenze molto interessanti, ponendo una serie di punti di riferimento in materia di interpretazione del codice della strada.
Con il recente inasprimento di una serie di norme, sono state moltiplicate le ipotesi in cui la vettura coinvolta sia sequestrata dalle autorità  come misura cautelare, o addirittura confiscata (cioèspropriata) e rivenduta a terzi.

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Cassa integrazione illegittima senza la consultazione sindacale

Per accedere al beneficio della messa in cassa integrazione salariale, ogni società  deve seguire scrupolosamente un iter preciso fissato dalla legge.
L’iter in questione ha lo scopo di tutelare le parti deboli del rapporto lavorativo, ossia i dipendenti, particolarmente colpiti dalla crisi in cui versa l’impresa. Nella cassa integrazione, infatti, avviene normalmente che una parte dei lavoratori sia considerata in esubero e sia quindi messa a riposo, con stipendio ridotto e, appunto, integrato dallo Stato.

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ICI, sentenza sull’abitazione principale

La Corte di Cassazione èstata chiamata ad esprimersi e a fornire interessanti chiarimenti a proposito dell’applicazione dell’ICI sull’abitazione principale del contribuente.
Come noto, fino al 2007 si applicava una riduzione pari a € 103,29 dell’imposta dovuta sui fabbricati adibiti a dimora abituale del contribuente; dal 2008, con una modifica legislativa, èstata stabilita l’esenzione totale nella generalità  dei casi e il mantenimento della detrazione di € 103,29 se l’immobile èclassificato catastalmente come A/1, A/8 o A/9.

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Redditi dei ristoranti ricostruiti dai tovaglioli

La sentenza n. 18475/2010 emessa dalla Corte di Cassazione ègià  stata ribattezzata dalla stampa specializzata come “la sentenza del tovagliolo”, che ha posto fine al contenzioso che vedeva contrapposti un noto ristorante di Bassano del Grappa e la locale Agenzia delle Entrate.

In sede di accertamento, l’Agenzia aveva riscontrato, pur a fronte di scritture contabili formalmente corrette, una serie di incongruenze tali da far sospettare che il reale volume d’affari fosse ben pi๠elevato dei modesti valori dichiarati.

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