La riforma del lavoro (L. 92/2012) ha introdotto alcune novità in tema di risoluzione del rapporto di lavoro volte a contrastare la pratica piuttosto diffusa in Italia delle cosiddette dimissioni in bianco, che consistono nel far firmare al dipendente, contestualmente alla firma di un contratto a tempo indeterminato, un foglio in bianco o una lettera di dimissioni senza firma. Qualora il lavoratore dovesse rifiutarsi non gli verrà fatto firmare il contratto di lavoro e quindi sarà costretto a cercare un nuovo impiego, cosa piuttosto complicata in questo particolare periodo di crisi.
dimissioni in bianco
Strumenti del Governo Monti contro le dimissioni in bianco
Quanti di noi, specialmente se donne, si sarebbero visti offrire un qualsiasi contratto di lavoro corredato dalle famigerate ed ingiuste dimissioni in bianco?
Quanti di noi, purtroppo, si sarebbero ritrovati nella condizione, tragica, di dover accettare pena la perdita dell’occasione, fondamentale, di conquistare un posto di lavoro?
Nuove misure sulle dimissioni in bianco in arrivo dal governo
Nonostante l’illegalità della pratica, secondo una recente indagine le dimissioni in bianco continuano ad essere utilizzate da numerosi datori di lavoro, che all’atto dell’assunzione “obbligano” le lavoratrici assunte a firmare una lettera di dimissioni in bianco che sarà poi utilizzata al “momento opportuno”, che nella maggior parte dei casi coincide con l’inizio di una gravidanza.
Secondo quanto rilevato dall’Istat, infatti, in Italia nel biennio 2008-2009 sono state ben 800.000 le donne che hanno lasciato il lavoro per motivi legati alla maternità . Nella sola Regione Lombardia, inoltre, ogni anno si dimettono circa 5.000 neomamme.