Netflix assume personale, le 400 posizioni all’estero

Netflix si prepara ad assumere in Europa: l’azienda della tv in streaming online ha appena inaugurato un nuovo Servizio Clienti ad Amsterdam e ha annunciato di aver dato il via a campagna di recruiting massiccia in vista delle 400 assunzioni necessarie per la nuova sede. Il piano di assunzioni, che dovrebbe partire a breve, dovrebbe concludersi entro il 2018.

Per il momento si parla di 170 assunzioni Netflix ad Amsterdam mentre le restanti 345 figure di personale richiesto saranno inserite successivamente: l’azienda di certo èin crescita e ha già  annunciato che nel 2018 il numero del personale assunto crescerà  per superare anche il numero delle 400 figure ricercate. 

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Pensionati all’estero, scattano i nuovi controlli del Fisco

Dopo i lavoratori alla ricerca di migliori opportunità  aumenta vertiginosamente il numero dei pensionati italiani che si trasferiscono all’estero.

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Solo nel 2015 sono espatriate ben 107mila persone fisiche, con un incremento di 7mila rispetto al 2014, (circa 7 mila in pi๠rispetto all’anno precedente). E proprio i redditi dei pensionati che si sono trasferiti all’estero, finiscono nel mirino dei nuovi controlli del Fisco intento a controllare gli investimenti all’estero e non dichiarati in Italia.

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Credito per imposte pagate all’estero

Chi risiede fiscalmente in Italia per la maggior parte del periodo d’imposta, deve indicare nella sua dichiarazione anche i redditi percepiti da eroganti esteri.

Per evitare, perà², che sui medesimi importi siano pagate le imposte due volte (in Italia e nel Paese straniero), il Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede un complesso meccanismo di neutralizzazione, applicabile tanto dai soggetti IRPEF quanto da quelli IRES.

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Lavorare all’estero: retribuzioni convenzionali e doppia imposizione

Abbiamo chiarito che chi èfiscalmente residente in Italia per la maggior parte del periodo d’imposta ètassato da noi per i redditi ovunque prodotti, includendo il lavoro eseguito all’estero.

Se il datore di lavoro èa sua volta residente in Italia (si pensi ad un dipendente dell’ENI impegnato all’estero), si applicano le regole ordinarie: trattenute in busta paga, CUD e gli altri adempimenti consueti.

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Lavorare all’estero: la residenza fiscale

In merito al requisito della residenza, la regola fiscale valevole in Italia èla stessa applicata in moltissimi altri Paesi del mondo: i soggetti residenti in Italia per la maggior parte del periodo d’imposta sono tassati per i redditi ovunque prodotti nell’anno, mentre i non residenti sono tassati solo per i redditi prodotti nel nostro Paese.

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Compilazione del quadro RW

Il quadro RW èsuddiviso in tre sezioni. Va subito precisato che ciascuna sezione èda compilarsi solo se i relativi importi superano la soglia di diecimila euro: sotto questo limite, non c’ alcun obbligo.

Per quanto riguarda gli importi da dichiarare, il relativo valore va convertito in euro secondo i cambi ufficiali determinati nel provvedimento ministeriale del 19 febbraio scorso.

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Rimborsi IVA per spese all’estero

Gli imprenditori e i professionisti che sostengono spese inerenti alla loro attività  vantano un credito per l’IVA versata al fornitore, compensata solitamente con l’IVA a debito ricevuta dai clienti. Quando invece l’imposta èsostenuta in un’altra nazione comunitaria, èpossibile richiederne il rimborso.

Fra le tante novità  introdotte nel 2010 in materia di IVA, vi èun radicale cambiamento nel sistema dei rimborsi: ogni soggetto passivo presenterà  un’istanza all’Agenzia delle Entrate, che si impegnerà  per ottenere il dovuto presso le autorità  estere.

Questo semplificherà  le difficoltà  burocratiche e linguistiche, dato che le aziende non dovranno pi๠impazzire per conoscere e applicare le distinte procedure usate in Francia, Svezia, Slovacchia ecc.

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Come trasferire in Italia una società  estera (seconda parte)

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Una volta scelto, come solitamente avviene, di adottare la legislazione italiana, bisogna ovviamente ottemperare a tutti gli obblighi che la nostra legge prevede.

Per prima cosa, occorre che l’assemblea dei soci (o l’organo equivalente, secondo la legislazione straniera) deliberi sul trasferimento, e qui occorrerà  seguire la legge del Paese interessato.

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Come trasferire in Italia una società  estera (prima parte)

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In tempi di scudo fiscale, puಠessere utile conoscere la procedura necessaria per trasferire in Italia la sede di una società  costituita all’estero. In realtà , èun tema valido in ogni momento, ma non c’ dubbio che èproprio in questi mesi che si stia assistendo ad una massiccia fuga verso l’Italia di società  costituite altrove.

Ed èinteressante notare come le nazioni di provenienza pi๠frequenti non sono sperdute isole caraibiche o atolli polinesiani, bensଠi nostri “vicini di casa”: Svizzera, Monaco, Liechtenstein e, soprattutto, Lussemburgo.

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Giro di vite sui patrimoni all’estero

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Intervistato da Radio 3, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha parlato a lungo dello scudo fiscale per il rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero.

Siamo ormai in dirittura d’arrivo per quanto riguarda l’emanazione di una circolare dell’Agenzia, nel quale saranno chiariti i vari punti oscuri della procedura che sono stati segnalati in queste settimane dalle associazioni di categoria, affinchè al momento dell’avvio della procedura non sorgano intoppi interpretativi.

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Centosettantamila sospettati di aver esportato capitali all’estero

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Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha annunciato che allo stato attuale s’ipotizza che circa centosettantamila contribuenti abbiano esportato nascostamente negli ultimi anni dei capitali all’estero.

La legge fiscale stabilisce che chi esporta denaro o valori per pi๠di diecimila euro oltre i confini italiani ètenuto a dichiararlo all’Erario, compilando un apposito quadro all’interno della dichiarazione dei redditi: il quadro RW.

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Scudo fiscale per il ritorno dei capitali all’estero

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In un fuoco di polemiche, èstato presentato un emendamento della maggioranza alla manovra estiva, in questi giorni sottoposta all’iter parlamentare di conversione in legge. Occorre premettere che fino all’approvazione definitiva l’emendamento potrebbe essere sempre modificato o ritirato; dunque, nelle prossime settimane occorrerà  tenersi aggiornati su possibili variazioni.

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Opportunità  per lavorare all’estero

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Sebbene le offerte di lavoro a disposizione fuori dai confini italiani non siano poche, la contrazione della domanda ha colpito anche in quest’ambito.

Tuttavia, per quelle persone (soprattutto giovani) che sperano di passare i mesi estivi in qualche angolo d’Europa per un lavoro stagionale e magari per imparare una lingua, qualche possibilità  c’, a cercare bene.

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I negozi italiani spopolano all’estero

A dispetto delle difficoltà  economiche che hanno costretto mezzo mondo a tirare la cinghia anche solo rispetto a pochi mesi fa, c’ almeno un settore in cui l’Italia la fa da padrona nei mercati internazionali: si tratta dell’apertura dei negozi all’estero (fenomeno chiamato “retailing”), in cui le principali marche del nostro Paese temono davvero pochi confronti.

Si calcola che circa il 16,6% dei movimenti complessivi di retailing avvenuti nel 2008 siano dovuti ad aziende italiane, un risultato per il quale il Belpaese supera il suo competitor pi๠temibile, gli Stati Uniti, che seguono con il 14,2%. A fare la parte del leone, naturalmente, sono i marchi legati all’abbigliamento e alla profumeria.

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