
In quest’ultimo caso vale la pena valutare l’ipotesi di aprire un negozio si sartoria in franchising, in modo tale da poter usufruire dell’assistenza continua dell’affiliante, di un marchio già noto e di pubblicità a costo zero.
In quest’ultimo caso vale la pena valutare l’ipotesi di aprire un negozio si sartoria in franchising, in modo tale da poter usufruire dell’assistenza continua dell’affiliante, di un marchio già noto e di pubblicità a costo zero.
Questo vale anche per coloro che una volta completato l’iter per diventare parrucchieri vogliono mettersi in proprio e aprire un salone di bellezza.
Tra i marchi in franchising attivi nel settore della bellezza figura K2 Chocolate Beauty Center, che prevede un investimento totale compreso tra 90.000 e 150.000 euro, un fatturato annuo intorno ai 240.000 euro, un fee di ingresso di 5.000 euro e royalties per 3.000 euro. E’ richiesto un locale di dimensioni non inferiori agli 80 mq situato in un centro commerciale o in una via cittadina centrale.
Tra i franchising del settore dell’abbigliamento figura Piazza Italia, un marchio fondato nel 1999 e che vanta oltre 100 punti vendita diretti.
La fase che precede la sottoscrizione di un contratto di franchising èdi fondamentale importanza, tanto che essa viene disciplinata da una serie di regole generali e speciali a cui le parti sono tenute ad attenersi.
Se l’idea èquella di avviare un’attività commerciale avente ad oggetto la vendita di prodotti per bambini e neonati tra i franchising pi๠conosciuti troviamo Chicco, un brand che vanta oltre 160 negozi in tutto il mondo e che rientra nei primi 10 marchi italiani di beni di largo consumo.
Intorno all’apertura di un nuovo negozio ruotano diversi costi e nessuno dei quali potrebbe risultare irrilevante come ad esempio il costo del posto (affitto o acquisto), i costi di tenuta contabilità e paghe per eventuali dipendenti, i costi societari, corrente, riscaldamento e queste sono solo alcune delle spese che ogni azienda deve sostenere.
Anzitutto èprevisto un investimento minimo prestabilito e che dipende in larga parte dal settore in cui rientra l’attività commerciale. L’aspetto positivo èche si tratta di cifre molto variabili, si parte da 15.000 euro fino a superare i 100.000 euro, per cui èpossibile operare una scelta in base alle proprie disponibilità .
Il numero di aziende istituite in Italia impiegando questa soluzione contrattuale, infatti, si mantiene alto anno dopo anno: alla fine del 2009 risultavano 53.313, con un lieve calo percentuale rispetto all’anno precedente. Le reti di franchising (ossia le organizzazioni che contano almeno tre ditte affiliate) risultavano 869, e hanno movimentato un giro d’affari superiore a 21 miliardi di euro complessivi (+1,7% rispetto al 2008, nonostante il 2009 sia stato l’anno peggiore della crisi).
Tuttavia, gli esperti sottolineano alcuni aspetti che devono essere valutati con grande attenzione dall’aspirante franchisee prima di gettarsi in quest’avventura.
Con il franchising (o affiliazione commerciale), ricordiamo brevemente, una grande azienda ben conosciuta sul mercato concede ad un piccolo negoziante di rivendere i suoi prodotti e impiegare i suoi marchi e slogan, in cambio di una percentuale sui ricavi definita royalties.
Perchèallora molti preferiscono creare un franchising? La risposta èmolto semplice, innanzi tutto si parte con un nome e un marchio già conosciuto, un marchio famoso sempre presente nelle campagne marketing televisive e giornalistiche e essere conosciuti èil punto fondamentale per un’azienda poichètroppo spesso si associa la notorietà all’affidabilità ;
Sono considerate agenzie di viaggi e turismo, ai sensi dell’ art. 9 della legge 17 maggio 1983 n. 217, “le imprese che esercitano attività di produzione, organizzazione di viaggi e soggiorni, intermediazione nei predetti servizi o anche entrambe le attività , ivi compresi i compiti di assistenza e di accoglienza ai turisti, secondo quanto previsto dalla Convenzione internazionale relativa al contratto di viaggio (CCV) di cui alla legge 27 dicembre 1977, n. 1084â€.