Come si ricorderà , la Corte di Giustizia Europea aveva condannato l’Italia per la differente età riservata alle donne (60 anni) operanti nel pubblico impiego rispetto a quella degli uomini (65 anni). La condanna, secondo la Corte, deriva dalla considerazione che le donne, avendo il diritto/dovere di andare in pensione prima, non possono maturare contributi sufficienti a garantirsi una rendita paragonabile a quella dei colleghi di sesso maschile. Da qui, l’obbligo di uniformare i due valori.
lavoratrici
Stipendi donne bassi e ruoli minori
Il quadro èsconfortante, soprattutto se posto in confronto con le medie degli Stati nordeuropei e con gli obiettivi prefissati dai trattati comunitari.
Insegnamento e infermeria la strada per le donne lavoratrici
A parte i numeri, comunque, la differenza principale sta nelle mansioni svolte e nelle qualifiche ricoperte: le lavoratrici dipendenti, nella grande maggioranza, sono impiegate e operaie, mentre soltanto una nicchia riesce a raggiungere le posizioni pi๠ambite (quadri e dirigenti). Oltre duecentomila donne, inoltre, sono collaboratrici familiari dell’azienda gestita dal marito.
Promuovere le pari opportunità conviene all’azienda
La legge, infatti, promuove l’adozione, da parte dei datori di lavoro, di “azioni positive†che favoriscano il raggiungimento dell’effettiva parità sul luogo di lavoro fra uomo e donna, soprattutto a favore delle giovani mamme o delle lavoratrici in procinto di sposarsi, spesso destinatarie di ingiustificati licenziamenti.