Fac simile domanda permessi retribuiti

La maggior parte dei contratti collettivi nazionali prevedono che in presenza di determinate circostanze al lavoratore si riconosciuta la possibilità  di chiedere i cosiddetti permessi retribuiti, in altre parole di assentarsi dal lavoro per un determinato numero di giorni ricevendo perಠla normale retribuzione che gli sarebbe spettata se si fosse recato sul posto di lavoro e avesse svolto le sue solite mansioni.

Il lavoratore che intende fruire di questi permessi deve farne richiesta al datore di lavoro, la richiesta in forma scritta èpreferibile in modo tale da avere prova dell’accettazione o del rifiuto della richiesta da parte dell’azienda.

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Aprire una casa editrice

Se volete avviare un’attività  e avete una grande passione per i libri e la cultura vale la pena valutare l’ipotesi di aprire una piccola casa editrice, una valida alternativa all’apertura della classica libreria visto che con l’avvento degli e-book il libro cartaceo rischia di diventare un oggetto raro.

Dal punto di vista fiscale e legislativo, per aprire una casa editrice la prima cosa da fare èaprire una Partita Iva, dopodichèbisogna effettuare l’iscrizione al Registro degli Editori e Stampatori. A questo punto non resta che recarsi presso la Camera di Commercio, dove bisogna comunicare l’avvio dell’attività  ed effettuare l’iscrizione.

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Permessi retribuiti

I permessi retribuiti sono dei giorni di astensione dal lavoro che il dipendente puಠchiedere al datore di lavoro in presenza di determinate circostanze.

I permessi retribuiti sono disciplinati dal contratto collettivo a cui fa riferimento ciascun contratto di lavoro, tuttavia la maggior parte di questi prevede che il lavoratore possa chiedere al proprio datore di lavoro di usufruire dei permessi retribuiti al verificarsi di determinate eventi, in particolare:

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Quali sono in Italia i lavori pi๠richiesti?

I quotidiani nazionali e locali riempiono sovente le loro pagine di articoli inerenti la disoccupazione, la mancanza di lavoro nelle nuove generazioni che dispongono di titoli di studio inutilizzati ed inutilizzabili, ma anche di lavoratori che perdono il lavoro in tarda età  per improvvisi licenziamenti, a cui consegue una difficile ricollocazione lavorativa nonostante l’esperienza e il background.

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Diventare mediatore civile

Il mediatore civile (detto anche conciliatore civile) èla figura chiave della conciliazione civile obbligatoria, facoltativa e demandata perchèèil soggetto a cui spetta il compito di aiutare le parti litiganti ad arrivare ad un accordo e ad evitare quindi che queste decidano di avviare una causa legale vera e propria.

Ma come di diventa mediatori civili? Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare non èrichiesta la conoscenza di materie giuridiche, basta essere in possesso di una laurea, anche di primo livello, in qualunque disciplina oppure, in alternativa, essere iscritti ad un ordine o collegio professionale.

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Obbligo affissione codice disciplinare

Affinchè la sanzione disciplinare disposta dal datore di lavoro nei confronti di un suo dipendente sia valida ènecessario che il codice disciplinare sia stato preventivamente affisso in un luogo accessibile a tutti i dipendenti.

A stabilirlo èl’art. 7 della legge n.300 del 20 maggio 1970, secondo cui “le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse puಠessere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti“.

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Professioni pi๠richieste 2011

L’ultimo Osservatorio Settoriale di Gi Group ha individuato le figure professionali pi๠ricercate dei prossimi sei mesi, le stesse che traineranno la ripresa economica. Lo stesso studio ha inoltre individuato le professioni la cui domanda risulterà  sostanzialmente stabile rispetto ai mesi precedenti e quelle che invece saranno meno richieste.

Le professioni pi๠richieste saranno quelle relative al settore dell’automotive, del food & beverage, della green economy e, soprattutto in vista dell’avvicinarsi della stagione estiva, del settore alberghiero.

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Rifiuto lavoro straordinario, sanzioni e procedimento disciplinare

La legge riconosce al datore di lavoro il diritto di pretendere dai suoi dipendenti prestazioni lavorative al di fuori dell’orario di lavoro ordinario, ossia il cosiddetto lavoro straordinario. Il limite di ore straordinarie che possono essere richieste settimanalmente èstabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di riferimento.

In caso di richiesta di lavoro straordinario da parte del datore di lavoro, il lavoratore puಠopporre rifiuto per giustificato motivo, se perಠnon sussiste una concreta giustificazione al suo rifiuto commette un inadempimento sanzionabile disciplinarmente.

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Lavoro e retribuzione nei giorni festivi

Nel caso in cui una festività  cade in un giorno della settimana previsto come lavorativo, il lavoratore ha diritto ad astenersi dal lavoro percependo la relativa retribuzione, salvo diverso accordo con il datore di lavoro o diversa previsione del contratto collettivo nazionale di riferimento.

Il relazione alla retribuzione, tuttavia, occorre distinguere se la paga prevista èfissa oppure varia in base al numero di ore effettivamente lavorate nell’arco del mese di riferimento.

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Rifiuto lavoro straordinario per giustificato motivo

Il datore di lavoro, entro un determinato limite di ore previsto dalla contrattazione collettiva, ha diritto a pretendere dal dipendente la prestazione lavorativa al di fuori del normale orario di lavoro, ossia il cosiddetto lavoro straordinario.

Se il lavoratore rifiuta di prestare lavoro straordinario senza che sussista un giustificato motivo commette un inadempimento a fronte del quale il datore di lavoro puಠavviare un procedimento disciplinare con conseguente applicazione delle sanzioni disciplinari previste dalla legge o dal contratto collettivo.

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Lavoro straordinario obbligatorio

Le legge stabilisce che l’orario di lavoro non puಠsuperare le 40 ore settimanali, tuttavia la contrattazione collettiva puಠstabilire un orario di lavoro inferiore. Le ore di lavoro che eccedono quelle stabilite dal contratto collettivo nazionale vengono quindi qualificate come lavoro straordinario, tuttavia la legge stabilisce che in ogni caso l’orario lavorativo settimanale non puಠsuperare le 48 ore.

Al di là  dei casi in cui il datore di lavoro e i suoi dipendenti si accordano sulle ore di lavoro straordinario, il datore di lavoro èlegittimato a farne richiesta in determinati casi specifici, in particolare:

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Posti di lavoro vacanti in crescita a febbraio 2011

Secondo le rilevazioni dell’Istat, nel corso del quarto trimestre 2010 il tasso di posti vacanti sia del settore dell’industria che in quello dei servizi èrisultato pari allo 0,6%, ossia in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2009.

Nell’industria, in particolare, il tasso di posti vacanti èrisultato pari allo 0,5%, ossia superiore di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel settore dei servizi, invece, èrisultato pari allo 0,7%, ovvero in aumento di 0,2 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Scrivere un’email formale

Secondo una recente stima sono circa 300 miliardi le email che vengono scritte e spedite ogni giorno in tutto il mondo. La posta elettronica, infatti, èdiventata uno dei mezzi pi๠utilizzati per comunicare, compreso nell’ambito lavorativo dove una semplice e-mail èormai lo strumento prediletto sia per comunicare con i clienti che con i colleghi.

Per questo motivo ènecessario saper scrivere un’email formale, in altre parole occorre evitare errori grossolani e seguire delle semplicissime regole.

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Lavoro precario come causa di stress

Meglio essere disoccupati o avere un lavoro precario? La maggior parte delle persone non avrebbe dubbio nel rispondere a questa domanda e opterebbe per un lavoro precario senza pensarci due volte, perchèavere un lavoro che non offre garanzie èsempre meglio che non averlo affatto. Sempre che non si scelga di considerare la questione dal punto di vista della salute mentale.

Secondo uno studio condotto dall’Australian National University di Canberra e pubblicato su “Occupational and Environmental Medicine”, infatti, dal punto di vista mentale stanno meglio le persone disoccupate rispetto a quelle che sono occupate ma malpagate o precarie.

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Reputation manager, una nuova figura professionale

Con l’avvento dei social network sempre pi๠persone inseriscono su internet dati e informazioni personali che in alcuni casi possono essere controproducenti e danneggiare la propria reputazione. Come risolvere il problema se ormai la frittata èstata fatta? Semplice, rivolgendosi ad un reputation manager.

In poche parole si tratta di una nuova figura professionale molto in voga negli Stati Uniti e che sta rapidamente prendendo piede anche in Italia.

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