Una riflessione molto interessante sul mercato dei consumi, proposta da Internazionale spiega che èsull’ingenuità di chi acquista che si basa tutto il sistema mercato. Ma un’azienda che gioca sull’ingenuità dei suoi clienti, adotta una strategia commerciale lungimirante? Ci sono dei dubbi.Â
mercato
Nuova etichetta sulle uova
Innanzitutto, scompare un piccolo balzello, previsto per ogni uovo confezionato: una misura che avvantaggia le imprese del settore e che rende conseguentemente i nostri prodotti pi๠competitivi rispetto alle merci straniere. E il discorso appare importante, considerato che solo nel 2009 i nostri produttori hanno portato sul mercato oltre tredici miliardi di uova.
Troppe agenzie di viaggio sul mercato
Si tratta, per lo pi๠di viaggiatori in cerca di viaggi organizzati oppure che desiderano o hanno la necessità di raggiungere mete lontane e fuori mano; oppure, si tratta di clienti che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie e preferiscono spendere qualcosa in pi๠per affidarsi alla competenza di professionisti della vacanza; o, ancora, c’ l’ampio mercato dei cacciatori di offerte, pronti ad approfittare dei last-minute che le agenzie mettono in cantiere con assiduità .
Studi di settore come strumento statistico
L’idea èquella di rivendere sul mercato le banche dati raccolte anno dopo anno. Ci si èresi conto, cioà¨, che gli studi di settore offrono uno spaccato statistico dettagliatissimo dell’imprenditoria italiana, il quale, meglio di molte chiacchiere, èin grado di mettere in luce quali settori sono in crescita e quali in difficoltà , quali aree geografiche sono pi๠promettenti per un dato business, quali bisogni finanziari o strumentali presentano gli aderenti alle singole tipologie di attività .
Previsioni vendemmia 2009
Si nota, come curioso dato della stagione, una complessiva crescita della produzione vitivinicola nelle Regioni occidentali del nostro Paese (il Piemonte, la Campania…), mentre un significativo crollo si registra invece nelle Regioni orientali (l’Abruzzo, la Puglia…), con la dorsale appenninica a segnare il discrimine.
In espansione il mercato dei gelatai
Due sono i fattori che contribuiscono a rendere questo settore ben lontano dall’essere saturo.
L’Antitrust contro gli Ordini professionali
Fra i provvedimenti pi๠rilevanti, si ricordano l’abolizione delle tariffe minime e il divieto agli Ordini di imporre limiti al diritto dei professionisti di farsi pubblicità .
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (VI)
Nell’ipotesi di intese e abusi di posizione dominante, come accennato in precedenza, l’intervento dell’Authority èsuccessivo: qualora infatti il Garante abbia notizia di una possibile violazione, apre un fascicolo d’indagine.
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (V)
Si puಠverificare il caso che esse si mantengano giuridicamente distinte ma una acquisisca partecipazioni di controllo dell’altra e quindi si crei un gruppo; oppure che due società distinte creino una joint-venture cui delegare l’attività in quel settore; o ancora, avviene una fusione: le due o pi๠società scompaiono dando vita ad un unico nuovo soggetto (fusione pura) oppure una di esse assorba le altre al proprio interno (fusione per incorporazione).
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (IV)
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (III)
Questo per non porre troppi paletti agli interventi del Garante: si èvoluto, cioà¨, evitare che una norma troppo dettagliata potesse togliere dalle competenze dell’Authority determinate situazioni concrete altrettanto rilevanti.
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (II)
In tutti i casi, si tratta di organismi indipendenti incaricati di tutelare la concorrenza nell’interesse sia dei consumatori che delle stesse imprese.
Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (I)
La legge italiana si pone con un raggio d’azione residuale: esistono infatti tre grandi tipologie di atti perseguiti (le intese, gli abusi di posizione dominante e le concentrazioni), e per tutti e tre i casi l’eventuale superamento di certi limiti fa scattare la competenza delle autorità antitrust dell’Unione Europea.
I negozi italiani spopolano all’estero
Si calcola che circa il 16,6% dei movimenti complessivi di retailing avvenuti nel 2008 siano dovuti ad aziende italiane, un risultato per il quale il Belpaese supera il suo competitor pi๠temibile, gli Stati Uniti, che seguono con il 14,2%. A fare la parte del leone, naturalmente, sono i marchi legati all’abbigliamento e alla profumeria.