Foto | STR/AFP/Getty Images

Obbligo dichiarazione disoccupazione per Aspi

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Le ultime novità  della riforma Fornero sul lavoro annunciano l’obbligo da parte del lavoratore di dichiarare il proprio stato di disoccupazione al Centro per l’Impiego e di provvedere anche a rilasciare una dichiarazione di immediata disponibilità  a lavorare. Questi sono due passaggi necessari per poter ottenere l’indennità  di disoccupazione, ovvero l’Aspi o la mini Aspi a seconda dei casi.

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Anticipo Aspi e mini Aspi lavoro autonomo

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La circolare n. 145 dell’Inps pubblicata lo scorso 9 ottobre ha fornito una serie di istruzioni operative relative alla facoltà  di ciascun lavoratore disoccupato di richiedere l’indennità  di disoccupazione Aspi o mini Aspi. La stessa circolare ha anche chiarito tutte le operazioni da effettuare per richiedere  la  liquidazione  anticipata in un’unica soluzione degli  importi che sono inerenti il trattamento e che non sono ancora stati percepiti.

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ASPI in vigore da gennaio 2013

Aspi in unica soluzione

ASPI in vigore da gennaio 2013

In questo articolo parleremo di Aspi, la nuova indennità  di disoccupazione introdotta dalla legge di riforma del lavoro Fornero e di mini Aspi, soprattutto in riferimento a chi voglia mettersi in proprio e quindi gettare le basi per un lavoro da autonomo, d’impresa o per chi intende associarsi in cooperativa.

Il tutto èstato pubblicato ufficialmente sulla Gazzetta ufficiale l’8 giugno scorso.

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Modulo domanda mini-ASpI

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A partire dal 1° gennaio 2013 l’indennità  di disoccupazione con requisiti ridotti èstata sostituita dalla mini-ASpI. Tale indennità  spetta ai lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperative, che abbiano perduto involontariamente l’occupazione. Rientra in tale ipotesi anche la cessazione del rapporto di lavoro a seguito di dimissioni per giusta causa o di dimissioni durante il periodo di maternità .

E’ inoltre richiesto che il lavoratore abbia maturato almeno 13 settimane di contribuzione da attività  lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

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Contributo licenziamento colf e badanti eliminato per le famiglie

I datori di lavoro privati che intendono procedere al licenziamento della colf, della badante, della baby-sitter o di altro lavoratore domestico non sono tenuti a versare un contributo pari al 50% dell’ASpI o della mini-ASpI spettante al dipendente. Nei loro confronti, infatti, non si applica la nuova norma targata Fornero in vigore a partire dal 1° gennaio 2013 e finalizzata a finanziare l’assicurazione sociale per l’impiego spettante ai lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà  e che sono in possesso di determinati requisiti assicurativi e contributivi.

A chiarirlo èstato il Ministero del Lavoro che, dopo aver consultato i suoi tecnici, ha affermato che il comma 31 dell’articolo 2 della legge 92/2012 si applica solo alle imprese e non anche alle famiglie.

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Ipotesi calcolo contributo ASpI e mini-ASpI colf e badanti

A partire dal 1° gennaio 2013 il datore di lavoro di colf, badanti e altri lavoratori domestici, al momento del licenziamento, anche per giusta causa, deve versare un contributo ASpI o mini-ASpI pari al 50% dell’importo spettante a lavoratore stesso.

Sebbene la norma, come già  anticipato sopra, sia entrata in vigore a partire dallo scorso gennaio, l’Inps ha rimandato a future determinazioni le modalità  di calcolo e versamento del contributo.

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Apprendistato e diritto all’ASpI e alla mini-ASpI

Anche i lavoratori dipendenti assunti con contratto di apprendistato hanno diritto all’indennità  di disoccupazione ASpI e mini ASpi.

Queste due prestazioni a sostegno del reddito, infatti, a partire dal 1° gennaio 2013 hanno sostituito rispettivamente l’indennità  di disoccupazione ordinaria e quella con requisiti ridotti. Essendo entrambe riconosciute a favore degli apprendisti a partire dal 2009, ne deriva che l’ASpI e la mini ASpI spettano automaticamente anche a questa tipologia di lavoratori dipendenti.

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Requisiti e durata mini-ASpI

A partire dal 1° gennaio 2013 la mini-ASpI sostituisce l’indennità  di disoccupazione ordinaria non agricola a requisiti ridotti. Alla pari di quest’ultima, la mini-ASpI consiste in un’indennità  che viene erogata nei confronti di coloro che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà  ma che al contempo non sono in possesso dei requisiti previsti per ottenere l’ASpI ordinaria.

Pi๠nel dettaglio, per poter ottenere tale indennità  ènecessario, oltre ad aver perso involontariamente il lavoro, poter far valere lo status di disoccupato ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, e successive modificazioni, nonchèaver versato almeno 13 settimane di contribuzione da attività  lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

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Ricorso per rifiuto erogazione ASpI

In caso di rifiuto da parte dell’Inps a concedere l’ASpI o la mini-ASpI, il richiedente, qualora ritenga di aver diritto alla prestazione e che pertanto la decisione dell’ente previdenziale sia ingiusta in quanto lesiva di un suo diritto, puಠpresentare ricorso avverso tale decisione.

Competente a decidere in merito ai ricorsi amministrativi presentati avverso i provvedimenti adottati in materia di indennità  di disoccupazione ASpI e mini-ASpI èil Comitato Provinciale della struttura che ha emesso il provvedimento.

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ASpI spetta anche in caso di risoluzione consensuale

L’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) èla nuova forma di sostegno economico introdotta dalla riforma del lavoro, destinata a sostituire a partire dal 1° gennaio 2013 la disoccupazione ordinaria non agricola, la disoccupazione speciale edile e in maniera graduale anche la mobilità  indennizzata.

Essa consiste in un’indennità  mensile spettante ai lavoratori subordianti che hanno perso il lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà .

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Contributi ASpI e mini ASpI

La riforma del lavoro (legge 92/2012) stabilisce per il finanziamento dell’ASpI, ovvero l’indennità  giornaliera spettante a coloro che sono rimasti senza posto di lavoro per cause indipendenti dalla loro volontà , l’obbligo di versamento di tre diverse tipologie di contributi: il contributo ordinario, il contributo addizionale e il contributo dovuto in caso di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per causa diversa dalle dimissioni.

In particolare, il contributo ordinario di finanziamento delle indennità  ASpI e mini ASpI posto a carico dei datori di lavoro èpari all’1,61% della retribuzione imponibile.

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Mini Aspi sostituisce disoccupazione con requisiti ridotti

A partire dal 1° gennaio 2013 i lavoratori che hanno perso il lavoro e che sono in possesso dei requisiti previsti potranno chiedere di poter beneficiare dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), introdotta dalla riforma del lavoro e destinata a sostituire la disoccupazione ordinaria non agricola, la disoccupazione speciale edile e in maniera graduale anche la mobilità  indennizzata.

Contestualmente, la disoccupazione con requisiti ridotti verrà  sostituita dalla mini-Aspi, destinata a fornire un sostegno economico a coloro che hanno perso il lavoro e che non sono in possesso dei requisiti per poter ottenere l’Aspi ordinaria.

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