Tempo di conservazione dei pagamenti

Talvolta capita che un fornitore che abbiamo già  liquidato per la sua prestazione dichiari di non aver ricevuto alcun pagamento e si presenti a battere cassa.

In questi casi, il sistema migliore (se non l’unico) per chiudere rapidamente la questione èquello di esibire un documento che comprovi l’avvenuto pagamento: un bollettino postale, un estratto conto, una ricevuta rilasciata dal fornitore medesimo o quant’altro.

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Pagamento fatture in ritardo

Fra i Paesi europei, l’Italia si èsempre classificata agli ultimi posti nella specialissima graduatoria dei tempi di pagamento medio da parte delle proprie aziende.

La crisi in atto ha peggiorato ulteriormente la nostra situazione, ma la vera notizia èche i peggioramenti ci sono stati ovunque e a tassi molto pi๠rilevanti rispetto ai nostri. Le imprese spagnole e portoghesi, ad esempio, un tempo ben pi๠virtuose, in pochi mesi hanno iniziato a presentare tempi di pagamento molto pi๠lunghi rispetto a prima.

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Solleciti di pagamento

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Emettere una fattura non significa incassarla immediatamente; essere dipendente non significa vedersi accreditato ogni mese puntualmente lo stipendio; affittare una casa non significa che l’inquilino versi sempre il canone.

La crisi attualmente in corso ha accentuato un fenomeno in realtà  sempre esistito, e che presumibilmente sempre esisterà : quello dei debitori che, per un qualunque motivo, non pagano quanto dovuto.

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Pubblica Amministrazione impegnata contro i ritardi nei pagamenti

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Chiunque per mestiere s’interfacci con la Pubblica Amministrazione nel ruolo di fornitore di beni o di servizi sa bene che essa ha il pregio di pagare sempre tutto il dovuto e il difetto di far attendere mesi o anche anni prima di allentare i cordoni della borsa.

Questo problema, che causa grosse crisi di liquidità  alle imprese con tutte le difficoltà  conseguenti, èstato sollevato presso le autorità  già  da molti anni da parte delle associazioni di categoria, peraltro con scarsi risultati.

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Calcoli per l’acconto IVA (seconda parte)

Partita iva

Al fine di determinare l’entità  dell’acconto, il metodo storico ècerto il pi๠semplice da applicare: l’acconto sarà  pari all’88% del debito IVA cosଠcome risultava dalla liquidazione del dicembre 2007 (per i contribuenti mensili) o dal saldo della precedente dichiarazione annuale (per i contribuenti trimestrali).

Coloro che nell’ultimo anno si sono trasformati da “mensili” in “trimestrali” dovranno far riferimento ad una liquidazione fittizia riferita agli ultimi tre mesi del 2007 (come se fossero stati trimestrali già  allora), e il discorso opposto per coloro che hanno subito nel 2008 il passaggio inverso.

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IVA di cassa

iva di cassa

Dal 2009 e per tre anni in via sperimentale, si rivoluziona il sistema dell’esigibilità  dell’imposta sul valore aggiunto.

Secondo le attuali regole, l’IVA costituisce un debito dell’emittente verso l’Erario nel momento stesso in cui egli emette la fattura. Vi sono perಠgià  oggi alcune eccezioni: per le fatture emesse verso enti pubblici e per la cessione di alcuni particolari prodotti farmaceutici, esiste la possibilità  di richiedere l’esigibilità  differita, indicandola direttamente in fattura: il debito d’imposta sorge cosଠsolo quando si incasserà  il pagamento dal cliente.

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Quando lo Stato non paga

Chiunque eserciti un’attività  d’impresa ha avuto modo di imparare due cose quando si trova come cliente lo Stato, o comunque un ente pubblico (territoriale o non territoriale): la prima èche esso paga sempre tutto quanto èdovuto; la seconda èche, perà², prima di pagare normalmente bisogna attendere tempi biblici.

E se la cosa non rappresenta un grosso problema per coloro i quali operano prevalentemente nei confronti di soggetti privati, il discorso diventa ben differente qualora non addirittura drammatico se la Pubblica Amministrazione costituisce invece il cliente principale quando non l’unico.

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Prescrizione presuntiva (II)

plico di soldi di un pagamento

La conseguenza fondamentale dello scattare della prescrizione presuntiva èche si inverte l’onere della prova: in caso di controversia, infatti, non sarà  pi๠l’acquirente a dover dimostrare di aver pagato quanto dovuto, ma al contrario sarà  il venditore a dover dimostrare che il pagamento non èavvenuto.

à‰ dunque una situazione differente dalla prescrizione ordinaria, in cui dopo un certo periodo di tempo (normalmente dieci anni) il diritto di credito èperduto per sempre. In questo caso, invece, èancora possibile per il venditore far valere i propri diritti, ma purchè riesca a dimostrare che essi sussistono ancora.

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Prescrizione presuntiva (I)

utente che firma un assegno

Non tutti gli imprenditori sono a conoscenza di un istituto cui il Codice Civile dedica un certo spazio: si tratta della prescrizione presuntiva. Eppure, la conoscenza approfondita di queste norme possono rivelarsi di importanza fondamentale nelle controversie con eventuali clienti morosi.

Nella generalità  dei casi, allorchè un soggetto vanti un credito nei confronti di un altro soggetto, e quest’ultimo non saldi in tutto o in parte quanto dovuto, il creditore potrà  ottenere la soddisfazione del suo credito per vie giudiziali.

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Crescono i blocchi ai pagamenti della P.A.

logo di equitalia spa

àˆ ormai a regime da diversi mesi una delle norme introdotte dal D.L. 262/2006, voluta dall’ex viceministro Vincenzo Visco nel quadro delle misure contro l’evasione fiscale.

La legge, oggi contenuta nell’articolo 48-bis del DPR 602/1973, impone a tutti gli enti della Pubblica Amministrazione statale, regionale e locale di effettuare una verifica prima di procedere al pagamento di somme superiori a diecimila euro, per qualunque motivo erogati (acquisti, stipendi, rimborsi…).

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