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Case, prezzi scesi del 16% rispetto al 2010

Scendono i prezzi della case rispetto al livello medio attestato nel 2010: secondo i dati dell’Istat i prezzi delle case sono scesi del 15,8% rispetto al livello medio del 2010.

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L’Istat ha preso in esame solo il secondo trimestre annuale e ha registrato la forte diminuzione: il calo, piuttosto drastico, si registra in particolare sulle vecchie abitazioni secondo l’istituto di ricerca con valori scesi del 22,1%. Si registra invece un aumento del valore delle nuove abitazioni pari al +0,8% del valore complessivo. 

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Famiglie italiane, èstangata sui prezzi

Il rientro dalle ferie non sarà  indolore per le famiglie italiane che si ritroveranno a che fare con una vera e propria stangata sui prezzi: a settembre ci saranno amenti delle bollette, le spese per i libri, i servizi come figura nella lista degli aumenti stilata dalle associazioni dei consumatori.

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L’aumento dell’energia elettrica del 2,8% ègià  scattato lo scorso 1 luglio, ma comincerà  a vedersi in bolletta dai prossimi mesi.

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Partite IVA e precariato

L’Italia in deflazione anche nel mese di agosto 2014

Anche nel mese di agosto 2014 i prezzi dei beni di consumo sono continuati a calare e l’ Italia continua ad essere in deflazione. Lo rivela l’ Istat  che registra per il mese un calo dei prezzi pari allo 0,1 per cento rispetto allo stesso mese dell’ anno scorso, agosto 2013. A luglio 2014 invece i prezzi avevano comunque registrato un aumento dello 0,1 per cento su base tendenziale.

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Istruzioni per il versamento della prima rata dei contributi 2012

L’andamento dei prezzi nel mese di agosto 2014

Nel corso del mese di agosto 2014 l’andamento dei prezzi in Italia èstato in aumento dal punto di vista congiunturale, cioèrispetto al mese di luglio 2014, sul quale ha guadagnato uno 0,2 per cento, ma si èrivelato comunque in flessione rispetto all’andamento tendenziale, cioèrispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contro il quale ha perso uno 0,1 per cento. 

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Foto | Georges Gobet/AFP/Getty Images

Deflazione – I prezzi calano dello 0,1 per cento l’anno ad agosto 2014

L’Italia entra ufficialmente in deflazione, con le dinamiche dell’Eurozona che non fanno sperare in una inversione di tendenza. Nel corso del mese di agosto 2014 i prezzi dei beni di consumo in Italia sono scesi dello 0,1 per cento su base annua,cioèa livello tendenziale, anche se a livello congiunturale sono saliti di uno 0, 2 per cento rispetto al mese di luglio 2014.

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I prezzi diminuiscono ancora nel mese di luglio 2014

Anche nel mese di luglio 2014 i prezzi dei principali beni di consumo in Italia non hanno dato segni di ripresa e il paese sembra avviato verso una fase recessiva ancora pi๠profonda. Anche nel settimo mese dell’anno, infatti, l’inflazione ha fatto registrare una andamento negativo con una diminuzione dello 0,1 per cento dei prezzi rispetto al mese precedente. 

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Le configurazioni del costo di prodotto

Nel momento in cui fissa il prezzo da attribuire ai propri prodotti, un’impresa deve tener conto di molte variabili che potrebbero spingere al rialzo oppure al ribasso. Esiste, perà², una soglia minima sotto la quale proprio non si puಠscendere, un livello minimo da rispettare sempre.
àˆ fin troppo ovvio segnalare che tale livello minimo altro non èche il costo sostenuto dall’azienda per realizzare il prodotto stesso: i ricavi, cioà¨, devono come minimo coprire tutti i costi di produzione.

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Il margine lordo di contribuzione

Riprendiamo la nota suddivisione dei costi di produzione in fissi e variabili.
Il prezzo di vendita di un prodotto, naturalmente, deve coprire l’insieme dei costi (variabili e fissi) che sono stati sostenuti per realizzare il medesimo.

A parità  di condizioni, èvidente che quanto pi๠i costi di natura variabile sono modesti, tanto pi๠èrilevante in proporzione il peso dei costi fissi.

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Elevata evasione fiscale negli stabilimenti balneari

Le leggi fiscali consentono a diverse categorie di imprenditori di non emettere alcun tipo di certificazione degli incassi, in relazione ad un ampio ventaglio di attività : l’esempio degli edicolanti èil pi๠evidente. La causa di tale agevolazione dipende dall’evidente difficoltà  di battere regolare scontrino in situazioni non favorevoli.

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Diamanti in esaurimento, prezzi alle stelle

Da decenni ci s’interroga sulla data in cui termineranno le scorte mondiali di petrolio: ultimamente, perà², il problema non appare pi๠drammatico come un tempo, dato che la continua scoperta di nuovi giacimenti e il miglioramento delle tecniche di estrazione e di raffinazione consentono di spostare sempre pi๠in là  il temutissimo D-Day.

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Prodotti agricoli sempre pi๠costosi

agricoltura

Dal 2005 fino a pochi mesi fa si èassistito ad una crescita inarrestabile di tutte le principali materie prime agricole: cacao, zucchero, frumento e cosଠvia, hanno subito una crescita imponente dei prezzi al produttore, propagatasi conseguentemente all’intera filiera agroalimentare.

Gli incrementi pi๠significativi si sono registrati nel settore del mais, prima coltura degli Stati Uniti (in assoluto il primo produttore agricolo del mondo): nello scorso quadriennio si èinfatti rilevato un aumento dei prezzi pari al 229%.

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Deflazione e trappola della liquidità 

negozio in crisi

La caduta progressiva del tasso d’inflazione appare in generale come un fenomeno positivo, poichè consente di rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e, comportando una riduzione dei tassi d’interesse bancario, favorisce la contrazione di mutui da parte delle imprese e quindi aiuta gli investimenti e lo sviluppo.

In generale, d’altronde, nei periodi di forte inflazione, il raffreddamento dei prezzi costituisce il principale obiettivo di politica economica delle autorità  finanziarie italiane ed europee.

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L’inflazione raggiunge minimi record

inflazione

La crisi frena i consumi delle famiglie e il tasso d’inflazione ne risente. Com’ facile capire, infatti, la discesa della domanda impone alle imprese di ridurre i prezzi.

In particolare, il tasso di crescita su base annua dei prezzi al consumo secondo il paniere di beni per le famiglie di impiegati e operai rilevato dall’ISTAT – nella versione al netto dei consumi di tabacchi – nel mese di maggio si èattestato allo 0,9% (in aprile era all’1,2%).

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