Omessa valutazione stress da lavori ripetitivi

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 11062 dell’8 marzo 2013 ha giudicato il caso di un lavoratore addetto a lavori di pulizia che, mentre stava salendo le scale, ècaduto riportando lesioni guaribili in un tempo maggiore di quaranta giorni.

In tal caso, in particolare, il datore di lavoro èstato giudicato colpevole non solo di non aver previsto il rischio di possibili cadute dall’alto e quello di posture incongrue ma anche di aver omesso di valutare i rischi derivanti dallo stress da lavoro ripetitivo.

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Valutazione del rischio elettrico per i lavoratori

In tema di sicurezza sul lavoro, tra i rischi a cui possono risultare esposti i lavoratori figura il rischio elettrico. Al riguardo il rischio maggiore per il lavoratore èsenza dubbio quello di elettrocuzione, a cui si aggiungono anche altri rischi derivanti dal cattivo funzionamento di un inpianto o dall’omesso controllo sulle sue condizioni, come ad esempio un corto circuito da cui puಠderivare un incendio oppure gli infortuni sul lavoro che possono scaturire dal mancato funzionamento delle lampade di emergenza.

Il riferimento normativo èil Decreto Ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008, in cui ècontenuta la norma che richiede il rilascio della cosiddetta “Dichiarazione di conformità  dell’impianto alla regola dell’arte” al termine dei lavori di installazione, trasformazione o ampliamento dell’impianto stesso.

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Valutazione dei rischi lavoratrici in gravidanza

Ai sensi di quanto previsto dall’art. 28 del D. Lgs. n. 81 del 2008, il datore di lavoro in presenza di lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allatamento fino a sette mesi dopo il parto, deve compiere una valutazione dei rischi con particolare riferimento a quelli connessi all’esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, nonchè a determinati processi o condizioni di lavoro.

In particolare, per quanto riguarda gli agenti fisici, la valutazione deve riguardare quelli in grado di provocare lesioni al feto o un distacco della placenta.

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Tutela delle lavoratrici in gravidanza

In tema di sicurezza sul lavoro, il legislatore ha imposto una tutela particolare alle lavoratrici gestanti e alle lavoratrici neomamme in periodi di allattamento.

In particolare, nei periodi di gravidanza e puerperio la lavoratrice èlegittimata ad assentarsi dal lavoro, con diritto alla conservazione del posto, per un periodo di tempo stabilito dalle leggi, dalla contrattazione collettiva, dagli usi o secondo equità .

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Valutazione dei rischi lavoratori minorenni

L’età  minima di ammissione al lavoro èfissata al momento in cui il soggetto ha terminato il periodo di istruzione obbligatoria, fermo restando il limite minimo di 15 anni.

Nei confronti dei lavoratori minorenni la legge prevede specifiche diposizioni che hanno l’obiettivo di garantire un livello pi๠elevato di tutela della loro salute. In particolare, in tema di sicurezza sul lavoro, l’art. 7 della Legge n. 977/1967 stabilisce che il datore di lavoro, prima di adibire i minori al lavoro e in occasione di una qualunque modifica rilevante delle condizioni di lavoro, deve effettuare la valutazione dei rischi.

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Lavoratori addetti al pronto soccorso

L’art. 45 del D.Lgs. 81/08 prevede che il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell’attività  e delle dimensioni dell’azienda, dopo aver sentito il medico competente, deve prendere i necessari provvedimenti in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza.

Il datore di lavoro deve inoltre designare uno o pi๠lavoratori incaricati dell’attuazione di tali provvedimenti, i quali non possono rifiutarsi, fatta eccezione per i casi in cui sussita un giustificato motivo. Essi devono inoltre essere adeguatamente formati, con cadenza almeno triennale. Al riguardo il D.M. del 15 luglio 2003 indica i contenuti minimi della formazione per gli addetti aziendali all’attuazione delle misure di pronto soccorso.

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Lavoratori addetti alla prevenzione e alla lotta degli incendi

In tema di sicurezza sul lavoro, il datore di lavoro, ai sensi dell’art. 18, comma 1 lettera B, del D.Lgs. 81/08, ha l’obbligo di provvedere alla designazione degli addetti all’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, nonchè di evacuazione in caso di pericolo immediato.

Nel dettaglio, il datore di lavoro deve anzitutto provvedere ad organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di lotta antincendio e gestione delle emergenze, dopodichè deve provvedere a designare i lavoratori incaricati di attuare tutte le misure di emergenza.

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Obbligo di formazione e informazione dei lavoratori

In tema di sicurezza sul lavoro, il D.LGS. 81/2008 indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di informare e formare adeguatamente i suoi dipendenti.

In particolare, per quanto riguarda l’informazione, l’art.36 del suddetto decreto stabilisce che il datore di lavoro deve provvedere affinchè ciascun lavoratore riceva un’adeguata informazione su diversi temi, il cui contenuto deve essere facilmente comprensibile per consentire loro di acquisire correttamente le relative conoscenze.

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Compiti del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.)

Tra i soggetti responsabili o coinvolti nella sicurezza sul lavoro figura il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.), che in base a quanto previsto dagli artt. 47-50 del D.Lgs. n. 81/08 deve essere eletto o designato in tutte le aziende.

In particolare, nelle aziende fino a 15 dipendenti deve essere eletto direttamente dai lavoratori al loro interno, mentre nelle aziende con pi๠di 15 dipendenti deve essere eletto nell’ambito delle rappresentanze sindacali interne all’azienda oppure, in mancanza di queste, direttamente dai lavoratori al loro interno.

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Infortunio sul lavoro e apprendistato

Il datore di lavoro èconsiderato responsabile di un infortunio sul lavoro non solo quando non adotta tutte le misure cautelari atte a prevenire il verificarsi di tale infortunio ma anche quando non accerta che le misure vengano rispettate dai dipendenti. La responsabilità , inoltre, si aggrava nel caso in cui il lavoratore vittima dell’infortunio èun giovane e inesperto, o ancora peggio se assunto con contratto di apprendistato.

Tale principio èstato ribadito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 536 del 10 gennaio 2013, con la quale èstato respinto il ricorso presentato da un datore di lavoro giudicato responsabile di un infortunio sul lavoro ai danni di un apprendista e pertanto condannato a restituire all’Inail l’importo corrisposto al lavoratore a titolo di indennizzo.

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Risarcimento infortunio sul lavoro ai conviventi non parenti

In caso di infortunio sul lavoro mortale per il dipendente, il diritto ad ottenere un risarcimento danni puಠessere riconosciuto anche a favore di un convivente del defunto che perಠnon ha alcun vincolo di parentela con quest’ultimo.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 43434 dell’8 novembre 2012, con la quale èstata confermata la decisione della Corte d’Appello che, ritenendo responsabili l’amministratore unico e il responsabile di cantiere di una società  per omicidio colposo a seguito dell’infortunio mortale di lavoratore dipendente extracomunitario, riconosceva il diritto al risarcimento danni in favore sia della madre del lavoratore che di coloro con cui la vittima conviveva stabilmente in Italia, ovvero la moglie e il figlio di quest’ultima.

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Certificato infortunio sul lavoro inviato online dal medico

A fronte dei riscontri positivi riguardanti l’introduzione dell’obbligo di invio all’Inps del certificato medico online da parte del medico stesso in caso di malattia di un lavoratore dipendente suo paziente, il governo ha deciso di proseguire il processo di semplificazione degli adempimenti burocratici e di progressiva digitalizzazione del fascicolo sanitario del cittadino introducendo un’altra importante novità  in tema di invio di certificati medici all’ente competente.

La novità  ècontenuta nel decreto semplificazioni bis predisposto dal governo Monti e riguarda il certificato medico che in caso di infortunio sul lavoro o di malattia professionale deve essere inviato all’Inail dal datore di lavoro.

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Perdita di voce in un call center possibile malattia professionale

Dopo aver lavorato per ben nove anni in un call center, una donna torinese di 41 anni ha perso la voce. Il responso dei medici èstato “disfonia“, pertanto hanno inviato una segnalazione alla Procura di Torino, dove il magistrato Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo contro ignoti.

Spetterà  ora ai giudici stabilire se i danni riportati dalla donna, talmente gravi da causarle la perdita della voce, possano essere considerati una malattia professionale.

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Modello standard per la valutazione dei rischi

La nuova bozza del decreto sulle semplificazioni messa a punto dal governo prevede l’introduzione di un modello standard mediante il quale determinate categorie di aziende potranno effettuare la valutazione dei rischi.

Potranno utilizzare tale modello le aziende di qualunque dimensione, operanti in settori a basso rischio infortunistico e che verranno individuate nel dettaglio con apposito decreto del ministro del lavoro, che verrà  emanato successivamente all’entrata in vigore del decreto sulle semplificazioni.

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Fac-simile autocertificazione valutazione dei rischi

I datori di lavoro che occupano fino a 10 dipendenti possono ricorrere ad una semplice autocertificazione che attesti l’avvenuta valutazione dei rischi, anzichè redigere il documento di valutazione. Tale autocertificazione, tuttavia, deve essere presentata entro un termine prestabilito e che per il 2012 èstato fissato al 31 dicembre, a fronte della proroga concessa dal Dl 57/2012.

Qualora il datore di lavoro non adempia agli obblighi in tema di valutazione dei rischi verrà  applicata una sanzione consistente nel pagamento di un’ammenda di ammontare compreso tra 2.500 e 6.400 euro e nella detenzione da 3 a 6 mesi (si veda “sanzioni inadempimenti sicurezza sul lavoro“).

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