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Studi di settore, arrivano le lettere di compliance dell’Agenzia

Praticamente sono spariti, sostituiti dagli ISA, ma gli Studi di Settore fanno ancora parlare di sè: a pochi mesi dal definitivo addio, gli Studi di Settore diventano oggetto delle lettere di compliance che l’Agenzia delle Entrate sta inviando in questi giorni. 

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In particolare, le lettere di compliance sono relative a riscontrare le anomalie relative al triennio 2015-2016-2017: questo èquanto viene riportato all’interno del provvedimento dello scorso 27 giugno 2019. 

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Indici Sintetici di Affidabilità , approvati in sostituzione degli studi di settore

Arrivano i nuovi ISA (Indici Sintetici di Affidabilità ) che di fatto andranno a sostituire gli studi di settore relativamente tante diverse attività  economiche come ad esempio l’agricoltura, le attività  manifatturiere, il commercio o le professioni. 

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I nuovi ISA verranno applicati al periodo d’imposta 2018 (in dichiarazione 2019 come comunicato dal Ministero dell’Economia che ha emanato il decreto che istituisce 106 nuovi indici fiscali per arrivare a un totale di 175. 

In sostanza gli ISA, introdotti con la legge 193/2016, articolo 7-bis, rappresentano degli indicatori di compliance, che posizionano ogni contribuente rispetto all’affidabilità  dei suoi comportamenti fiscali lavorando su una scala che va da 1 a 10. 

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Studi di settore 2018, modelli e parametri per l’anno d’imposta 2017

Novità  in arrivo per gli studi di settore 2018: i nuovi modelli sono stati approvati e pubblicati dall’Agenzia delle Entrate con provvedimento del 3 maggio 2018. I modelli che erano stati pubblicati a gennaio 2018, successivamente rivisti il 15 febbraio 2018 sono stati ancora ulteriormente rivisti per recepire gli ultimi correttivi approvati con decreto MEF del 23 marzo 2018 e infine acquisite i dati utili per la costruzione degli ISA.

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Due sostanzialmente i motivi che determinato l’introduzione delle integrazioni dei nuovi studi di settore. 

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Agenzia delle Entrate, le professioni a rischio evasione fiscale

Italia paese di navigatori, ma anche di evasori fiscali: anche quest’anno l’Agenzia delle entrate ha reso pubblici i dati sulle dichiarazioni dei redditi del 2016 su commercianti, artigiani, professionisti e piccole imprese tutti sottoposti agli studi di settore rivelando cosଠil comportamenti fiscale pi๠o meno corretto di milioni di contribuenti italiani.

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enti fiscali di milioni di contribuenti, soprattutto in tema di evasione.

E la differenza del quadro che esiste fra le dichiarazioni delle singole categorie lavorative e e stime di reddito che sono state elaborate dal nostro fisco mostrano una situazione abbastanza diversa. 

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Studi di settore, notai e farmacisti i pi๠ricchi, commercianti i pi๠poveri

Tempi duri per i commercianti. Secondo gli studi di settore, sono loro i lavoratori autonomi con il reddito pi๠basso (che ammonta a 22.510 euro) come confermano i dati del 2016 diffusi dal Dipartimento delle finanze relativi al periodo d’imposta 2015. Insomma, il lavoro autonomo e d’impresa si conferma essere fra quello con i redditi molto bassi. 

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All’opposto restano gli studi notarili, con un reddito medio di 244.000 mila euro, e le farmacie, con 116 mila euro, ma anche una buona fetta di professionisti che includono commercialisti (60mila euro), avvocati (con 49mila euro), consulenti finanziari.

 

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Studi di settore, nessun controllo tra ravvedimento e dialogo

L’Amministrazione finanziaria dà  sempre un’opportunità  ai contribuenti, anche a quelli che sbagliano, di pagare il dovuto beneficiando di sanzioni ridotte. Naturalmente questo “regime di favore” èappannaggio delle imprese che sanno dialogare con l’amministrazione e sanno/vogliono sfruttare il ravvedimento. 

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Come saranno revisionati gli Studi di Settore

Ogni anno il fisco revisiona gli Studi di Settore perchè necessario che le informazioni acquisite sui contribuenti siano il pi๠possibile chiare, complete e in grado di fornire un quadro esaustivo della ricchezza delle persone. L’effetto nell’immediato e sul medio termine èinteressante. 

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