Storie di trasporti tra treni in ritardo e rincari della benzina

Ci sono almeno due notizie che riguardano i trasporti e che possono interessare i cittadini consumatori e i lavoratori. La prima riguarda i rincari della benzina che potrebbero determinare un aumento delle spese extra delle famiglie e poi c’èla notizia dello stipendio dei macchinisti che cresce quando aumentano i ritardi. 

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Foto | Paul Ellis/AFP/Getty Images

Nuovo CCNL trasporti e logistica

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La contrattazione tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali èriuscita a trovare un accordo dopo sette mesi di lavori sullo spinoso tema del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore dei trasporti e della logistica. Le discussioni si sono protratte per molti mesi a causa della distanza tra le parti, ma dopo una serie di limature si ègiunti alla conclusione dell’accordo e alla firma dello stesso.

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Multe decurtate del 30% in caso di conciliazione

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Il Governo Letta per voce del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha annunciato di aver preso in considerazione la proposta proveniente dal Parlamento in tema di multe. Inoltre il Governo ha ritenuto opportuno che la proposta parlamentare possa essere ulteriormente migliorata dopo aver effettuato una ricognizione dei conti pubblici.

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Detrazioni scomparse dal primo gennaio

Dall’imposta sui redditi delle persone fisiche èpossibile detrarre una grande pluralità  di oneri, secondo percentuali differenziate (solitamente del 19%) e regole specifiche su documentazione, franchigie e soglie massime.

Talune di queste detrazioni sono fisse e altre sono temporanee. Queste ultime sono stabilite per singoli periodi d’imposta, dopodichè cessano i loro effetti; solitamente, perà², esse vengono costantemente rinnovate dal decreto milleproroghe di fine anno, cosଠfiniscono di fatto per diventare a loro volta sconti fissi dall’imposta.

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Cambiamento climatico e costi dell’energia influiscono sul sistema della delocalizzazione industriale

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Secondo un articolo del Financial Times apparso ieri, le grandi industrie manifatturiere, spinte dalla crisi finanziaria, dalla recessione economica e dai cambiamenti ambientali e climatici, stanno prendendo in grande considerazione un cambiamento radicale nei sistemi di approvvigionamento dei prodotti e di localizzazione della produzione.
Fino a pochi anni fa negli Stati Uniti per esempio, il Messico, che pur rappresentava grandi vantaggi a livello di costo del lavoro e di risparmio per le ditte manifatturiere, non era per niente in grado di competere con la Cina riguardo ai costi.

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Sciopero virtuale nel settore trasporti (III)

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La possibilità  che viene introdotta con lo “sciopero virtuale” èquella di far sଠche i lavoratori prestino ugualmente e regolarmente il servizio, ma rinunciando al salario (come negli scioperi effettivi) e devolvendolo, per esempio, ai fondi per il sostegno della cassa integrazione oppure ad enti di beneficenza.

Gli scioperanti, afferma Sacconi, potranno dimostrare il loro dissenso ai terzi in maniera diversa, per esempio portando “una fascia al braccio”.

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Sciopero virtuale nel settore trasporti (II)

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Il progetto di Sacconi èquello di agire, almeno per il momento, solamente nel settore dei trasporti e non sugli altri servizi pubblici essenziali, per ottenere se non il consenso delle sigle sindacali almeno una protesta limitata.

Il Ddl, se approvato, attribuirà  al Governo la delega per riformare dunque quest’ambito: tra gli obiettivi dichiarati nella relazione di accompagnamento, si segnala la volontà  di ottenere “un migliore e pi๠effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e il diritto alla mobilità  e alla libera circolazione”.

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Sciopero virtuale nel settore trasporti (I)

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Potrebbe arrivare presto all’esame delle due Camere il disegno di legge su cui sta lavorando il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e destinato a modificare in maniera significativa l’esercizio del diritto di sciopero.

Attualmente, lo sciopero nei servizi pubblici essenziali èdisciplinato dalla legge 146 del 1990, che cerca di contemperare il diritto costituzionale all’astensione collettiva dal lavoro da parte dei dipendenti con le esigenze della collettività  legate alla fruizione di servizi indispensabili (come quelli legati all’informazione, alla giustizia, all’istruzione…)

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