Alla fine, èstato stimato che il contribuente ricavava mediamente seicentomila euro all’anno tramite le aste on line sul notissimo sito Ebay, per di pi๠rivendendo merce contraffatta proveniente dall’Europa orientale (con illecito, dunque, anche di natura doganale).
Cosà¬, la Guardia di Finanza ha chiesto formalmente alla sede italiana della casa d’aste telematica di segnalare i nominativi di tutti i venditori che nel corso dell’anno avessero effettuato pi๠di cinque transazioni e per le quali Ebay avesse fatturato almeno mille euro per commissioni (corrispondenti a circa tredicimila euro di ricavi per il venditore), con il proposito di avviare negli anni a venire una profonda opera di conoscimento di questo mondo quasi del tutto ignoto agli occhi dell’Amministrazione Finanziaria.
In sostanza, con un comunicato l’Agenzia delle Entrate ha ricordato quali sono le regole fiscali per chi abitualmente compie transazioni su Ebay o siti analoghi: èun’attività d’impresa a tutti gli effetti, e come tale occorre aprire la Partita IVA, fatturare le cessioni, tenere la contabilità e dichiararne i redditi.
Discorso diverso va invece applicato a chi solo saltuariamente effettua delle cessioni, per esempio di beni usati come vestiti o ciclomotori: si tratta di redditi occasionali, classificabili all’interno della categoria dei redditi diversi.
Il che significa che non occorre la Partita IVA nè bisogna adempiere a tutte le relative conseguenze, ma i proventi vanno ugualmente dichiarati al netto delle spese sostenute ed effettivamente documentate.
Anche se, ovviamente, verso chi consegue redditi ridotti e del tutto saltuari c’ da aspettarsi che il Fisco chiuda un occhio se non entrambi.