Per gli immobili a destinazione ordinaria, ossia quelli che appartengono alle categorie A, B e C, la rendita catastale si ottiene moltiplicando le dimensioni dell’immobile (espresse in vani per quelli della categoria A, in mc per quelli della categoria B e in mq per quelli della categoria C) per la tariffa d’estimo.
► IMU SU ABITAZIONE PRINCIPALE DA GENNAIO 2012
Tali tariffe, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, variano in base al Comune e alla zona censuaria in cui èsituato l’immobile, oltre che in base alla categoria e alla classe assegnata all’immobile stesso.
► CLASSIFICAZIONE CATASTALE IMMOBILI
Per rendere pi๠chiare le modalità di calcolo della rendita catastale facciamo un esempio pratico. Supponiamo di avere un appartamento di categoria catastale A/2, di classe 5, situato in un comune con zona censuaria unica. Innanzitutto occorre individuare sulla Gazzetta Ufficiale la relativa tariffa d’estimo e successivamente moltiplicarla per il numero di vani. Quindi, supponendo che la tariffa sia di 300 euro e che i vani dell’immobile siano 4, la rendita sarà pari a 1.200 euro (valore ottenuto moltiplicando 300 x 4).
Le rendite catastali sono soggette a rivalutazioni al fine di adattarle al costo della vita. Dal 1997 la percentuale di rivalutazione delle rendite catastale èdel 5%, per cui nel caso in esempio la rendita catastale rivalutata èpari a 1.260 euro (1.200 + 5%).
Per gli immobili appartenenti alle categorie “D” ed “E” (ossia quelli a destinazione speciale e particolare), la rendita catastale viene determinata attraverso una stima diretta.