A partire da quest’anno, infatti, chi affitta immobili destinati ad uso abitativo puಠscegliere di tassare il canone di locazione con un’aliquota del 21%, scegliendo quindi di optare per un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali comunale e regionale, nonchè delle imposte di registro e di bollo sul contratto di locazione.
L’aliquota del 21% scende al 19% nel caso in cui i contratti di locazione siano a canone concordato e riguardino immobili situati in Comuni con carenze di disponibilità abitative e in quelli ad alta tensione abitativa. E’ possibile scegliere di optare per la cedolare secca anche in caso di contratti di locazione non superiori a 30 giorni.
La decisione di optare per la cedolare secca, tuttavia, preclude la possibilità di variare l’importo stabilito per il canone di locazione durante tutta la durata del contratto, compresa la cosiddetta “variazione Istat” che consente di adeguare il canone di locazione al costo della vita. Per questo motivo il proprietario dell’immobile deve informare il conduttore nel caso in cui abbia scelto di optare per la cedolare secca.