La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Equitalia rispetto alle cartelle esattoriali che sono prive di un’adeguata motivazione ribadendo che se sono cosଠfatte, sono da considerare nulle. L’ordinanza che lo ribadisce èquella emessa dalla sesta sezione civile della Corte di  Cassazione n. 374 del 13 gennaio 2015. Entriamo nei dettagli.Â
Sulle cartelle di pagamento di Equitalia c’èsempre molta attenzione e riverenza perchè per i contribuenti che le ricevono c’èsempre da stare poco tranquilli. Fortunatamente rispetto a queste riscossioni, per il 2015, sono state annunciate diverse novità . La prima èrelativa alle cartelle inferiori a 300 euro che praticamente cadono in prescrizione. Un condono che piace ai contribuenti che si sono macchiati di piccoli reati o comunque che hanno commesso delle irregolarità minime.
La seconda notizia arriva invece dalla sesta sezione civile della Corte di Cassazione che con l’ordinanza numero 374 del 13 gennaio 2015 ha respinto i motivi dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia confermando una serie di sentenze di primo e secondo grado già emanate dalle commissioni tributarie provinciali e regionali di Legge. In pratica sono state accolte le richieste di un contribuente, difeso dall’avvocato Villani che aveva chiesto l’annullamento delle cartelle esattoriali prive di motivazione.Â
I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno detto che tutti i contribuenti devono invece avere la possibilità di capire che cosa gli si chiede di pagare, ancor prima di impugnare le cartelle esattoriali, per cui quelle prime di motivazione ma anche quelle che sono difficili da interpretare, devono essere considerate nulle. Nella decisione della Cassazione un altro piccolo cambiamento che èsteso dalla provincia di Lecce a tutti i contribuenti.