Si tratta di un tributo fisso da applicarsi su una grande pluralità di strumenti adottati nelle tecnologie delle telecomunicazioni: computer, telefonini, pennine USB, compact disc vergini, decoder e chi pi๠ne ha pi๠ne metta.
La logica che sta alla base del balzello èquella secondo cui i vari strumenti citati possono servire a registrare e diffondere opere dell’ingegno (film, canzoni ecc.) senza che siano riversate agli aventi diritto le relative royalties. Cosଠviene fissata una tassa da pagarsi a priori, al momento stesso della fabbricazione o dell’importazione di questi strumenti, e il cui gettito èdestinato integralmente alla SIAE.
L’ammontare del contributo èstremamente variabile, a seconda del prodotto: 10 centesimi per le pennine, 2,4 euro per i computer con masterizzatore, 28,98 euro per i decoder a maggiore memoria e cosଠvia.
Dato il presupposto del tributo, i soggetti passivi sono ovviamente coloro che producono o importano in Italia tali prodotti; ma èfacile prevedere che essi si rifaranno scaricando poi a valle tale costo, che quasi sicuramente finirà per ricadere sul consumatore finale.
La novità , come accennato, non ha ottenuto finora molti plausi, e oltre alle contestazioni in diversi settori parlamentari si registrano le prese di posizione negative dei produttori discografici, cinematografici e televisivi.