A parità di condizioni, una lieve crescita negli anni ènormale, per effetto di inflazione, svalutazione e progressivo aumento del reddito pro-capite; in questo caso, perà², i motivi sono ben pi๠consistenti.
La vera questione, infatti, èdata dall’aumento della pressione fiscale, legata per lo pi๠a ritocchi verso l’alto delle aliquote, come in tema di addizionali all’IRPEF e di ICI (che peraltro, in senso opposto, ha visto sparire quasi integralmente il gettito sulla prima casa). In effetti, èrarissimo vedere le aliquote ridimensionarsi verso il basso, anche e soprattutto a causa dei continui tagli nei trasferimenti dallo Stato.
Un peso crescente e non trascurabile (sebbene se ne parli poco) deriva inoltre da tributi minori, come le addizionali sull’energia elettrica, le imposte provinciali di trascrizione nelle cessioni di autoveicoli e il famigerato “bollo autoâ€.
Per farla breve, si stima che fra le imposte locali la parte del leone la faccia l’IRAP, con 36 miliardi di gettito (non a caso la sua abolizione èspesso ventilata ma mai lontanamente ipotizzabile nella pratica, almeno al momento), seguita dall’ICI (9,9 miliardi).
Dovremo, comunque abituarci: con il federalismo fiscale un abbondante incremento delle imposte locali ènell’ordine delle cose; la speranza èche, in cambio, crolli la pressione dei tributi statali.
Fonte: Il Sole 24 Ore