Da qualche tempo, infatti, ci si èresi conto che per far arrivare i turisti non èsufficiente disporre di un patrimonio culturale all’altezza ma anche avere la capacità di promuoverli, renderli noti, accrescerne il fascino agendo sotto diversi punti di vista.
Le iniziative pi๠tipiche sono quelle di realizzare eventi in grado di catturare l’attenzione: ecco dunque gli anfiteatri romani rivedere in scena gli attori di oggi, o cavalieri in costume medievale rievocare gli scenari di antiche battaglie là dov’erano avvenute.
Ma ecco anche le feste del patrono locale accompagnare agli antichi riti religiosi le pi๠prosaiche distribuzioni di specialità gastronomiche locali.
Ecco i disagiati quartieri storici delle nostre città rinascere a novella vita con le giornate dedicate al rilancio delle botteghe artigiane. E gli esempi potrebbero essere ancora tanti.
Anche il turismo culturale, infatti, soffre oggi di una concorrenza spietata. Se un tempo, infatti, un’escursione culturale in Italia o in Francia erano doverose per qualunque turista di fascia medio-alta, oggi nuove mete archeologiche inedite e tutte da scoprire si affacciano sul mercato globale, dalla Siria all’India.
Occorre dunque rilanciare le nostre ricchezze con un’attenta e mirata campagna promozionale. Ed èquesto il ruolo dell’art-promoter, il professionista ricercato da pro-loco e associazioni commerciali cittadine per individuare le potenzialità dei singoli luoghi e valorizzarle con eventi ad hoc.
L’art promoter deve saper integrare un’approfondita conoscenza nel ramo storico-artistico con quella nell’ambito del marketing e dell’industria turistica, per coniugare il tutto con forti ricadute sul benessere di un territorio locale.
I primi corsi di formazione di art promoters sono in Inghilterra, ma c’ da scommettere che presto spopoleranno anche in Italia.