Dalle tradizionali Ingegneria dell’ambiente e Ingegneria del territorio (insegnate un po’ ovunque) alle pi๠innovative Economia dell’energia (alla Luiss di Roma), che coniuga conoscenze tecniche e cultura manageriale, e la misteriosa Tossicologia dell’ambiente a Catania, sono trentatrè gli atenei italiani che offrono corsi di laurea triennale e/o specialistica diretti alla tutela del territorio, alla crescita ambientalmente sostenibile o allo sviluppo delle energie rinnovabili.
E cresce anche l’interessamento da parte degli studenti, come dimostra la crescita progressiva degli iscritti tanto nelle università pi๠prestigiose quanto nelle meno note sedi di provincia.
E tuttavia, tutto questo ancora non basta: tutti gli analisti concordano sul fatto che le esigenze provenienti dal mercato sono già adesso molto pi๠abbondanti dell’offerta provenienti dai nostri atenei. Chi si laurea in uno di questi corsi, dunque, solitamente non deve impegnarsi troppo a trovare un impiego: sono le aziende a fare carte false pur di aggiudicarsi i cervelli migliori.
E siamo solo all’inizio. Secondo le previsioni di crescita del settore “verdeâ€, che include anche la gestione dei rifiuti, si arriverà entro quindici anni ad oltre tre milioni di posti di lavoro nel territorio comunitario.
Molto, naturalmente, dipende da quanto i singoli Stati investono nel ramo: dalle percentuali pi๠elevati della Danimarca e della Finlandia (circa 2% del PIL) si arriva al quasi zero di Cipro; l’Italia, per la cronaca, ènella parte bassa della graduatoria (0,5%).