Ebbene, si stima che almeno centomila lavoratori, pari a circa il 20%, sia assunto nonostante i suoi requisiti professionali non siano quelli desiderati dal datore di lavoro. Cosà¬, abbiamo laureati in materie scientifiche assunti per gestire il magazzino o farmacisti riconvertiti in infermieri.
Il problema èpi๠sentito per le professioni pi๠qualificate. Si stima che, rispetto al fabbisogno delle imprese e dei privati, manchino almeno 2.250 sviluppatori di programmi informatici, 1.580 fisioterapisti e cosଠvia, ma coloro di cui si sente maggiormente la mancanza sono gli infermieri, di cui occorrerebbero almeno 5.200 unità in pi๠rispetto alle risorse disponibili.
Il rapporto Excelsior definisce le figure mancanti come “gli introvabiliâ€. Spulciando fra le curiosità , scopriamo che sono introvabili anche gli installatori di allarmi (ne occorrerebbero almeno un migliaio) e i pavimentatori (ne mancano all’appello in 470).
Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, punta l’indice contro la qualità e la struttura dei nostri corsi di formazione scolastica e universitaria, e reputa questi dati come “un freno a mano tirato per lo sviluppo del sistema italianoâ€.
Altri analisti sostengono che nelle nostre università mancano efficienti sportelli di orientamento per i neo-laureati. Al contrario di quanto avviene nei college americani, infatti, da noi moltissimi studenti brillanti escono dagli atenei senza avere idea di dove andare a parare.
Ma esiste anche un’altra causa della progressiva crescita degli “introvabiliâ€: le aziende sono sempre pi๠esigenti, e spesso pretendono da un medesimo candidato dei requisiti (i cosiddetti “skillsâ€) difficili da trovare coniugati in una stessa persona.