Non èsolo l’insegnamento, infatti, a costituire lo sbocco naturale di chi èportato a ragionare sui numeri e le leggi della natura: di questa particolare tipologia di laureati, infatti, molte aziende apprezzano la capacità di ragionare a mente aperta, di cogliere l’essenza dei problemi e di individuarne le soluzioni.
I matematici, in particolare, sembrano essere adattissimi a prevenire o a gestire le situazioni di rischio, che nei mercati finanziari costituiscono il pane quotidiano. E discorso diverso, ma per molti versi analogo, vale anche per le aziende informatiche.
E non importa se il giovane scienziato appena uscito dall’università ha poca dimestichezza con gli aspetti pi๠tecnici e materiali del lavoro: la maggior parte delle grandi aziende riserva a questi neoassunti dei rapidi corsi di formazione che consentono loro di calarsi sul posto di lavoro e di mettere a frutto le conoscenze messe a punto in tanti anni di fatica sui libri.
La situazione migliore, comunque, si presenta per i laureati in scienze statistiche, che pi๠di tutti riescono a coniugare conoscenze teoriche, capacità di ragionamento e tecniche operative. Oltretutto, essi sono numericamente cosଠpochi che chi arriva alla laurea necessita di poche settimane al massimo prima di avere un’assunzione; assunzione quasi sempre a tempo indeterminato, poichè non si tratta di risorse umane facilmente sostituibili e quindi le imprese non vogliono rischiare di vederseli sfuggire.
Fonte: Il Sole 24 Ore