Lavoro intermittente riforma del mercato del lavoro

I contratti di lavoro – il lavoro intermittente

Il ministero del Lavoro mette a disposizione di tutti i cittadini un riepilogo sui rapporti di lavoro che si possono stipulare nel nostro Paese. Ecco una rassegna delle forme contrattuali possibili in Italia. Iniziamo con il lavoro subordinato i cuoi contenuti sono tratti dal sito dell’INPS. 

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Fac-simile contratto di lavoro intermittente

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Il contratto di lavoro intermittente èstato recentemente ritoccato dalla riforma Fornero del lavoro, la legge numero 92 del 2012. Rappresenta un tipo di contratto di lavoro con il quale il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per lo svolgimento di saltuarie prestazioni di lavoro. Il datore di lavoro usufruisce delle prestazioni del lavoratore quando ritiene sia pi๠opportuno, si tratto quindi di prestazioni di lavoro discontinue.

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Modello UNI Intermittente da scaricare

Il datore di lavoro che intende inoltrare tramite e-mail la comunicazione relativa alla chiamata del lavoratore con cui èstato stipulato un contratto di lavoro intermittente, anche detto lavoro a chiamata, deve utilizzare l’apposito modulo denominato Modello UNI Intermittenti, scaricabile gratuitamente in fondo.

Il modulo si compone di due sezioni. Nella prima, quella intitolata “Datore di lavoro”, bisognerà  indicare il codice fiscale e l’indirizzo e-mail del datore di lavoro, mentre nella seconda, quella intitolata “Elenco lavoratori – prestazioni lavorative” bisognerà  indicare le informazioni relative ai lavoratori interessati dalla comunicazione.

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Comunicazione lavoro intermittente tramite SMS

Il decreto ministeriale del 27 marzo 2013 ha definitivamente stabilito le nuove modalità  di comunicazione relativa alla chiamata del lavoratore con cui èstato stipulato un rapporto di lavoro intermittente, anche detto lavoro a chiamata.

Queste, ricordiamo, sono quattro: tramite e-mail all’indirizzo di posta elettronica certificata, tramite il servizio informatico disponibile sul portale www.cliclavoro.gov.it, tramite fax (ma solo in caso di malfunzionamento del servizio telematico) oppure tramite sms.

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Comunicazione contratto a chiamata dopo la riforma del lavoro

Lo scorso 9 agosto, attraverso apposita nota, il Ministero del Lavoro ha fornito alcuni chiarimenti in merito alle modalità  di comunicazione del contratto a chiamata a seguito dell’entrata in vigore della riforma del lavoro.

A pochi giorni di distanza, tuttavia, mediante apposita nota firmata dal direttore della Direzione generale per le politiche dei servizi per il lavoro, viene spiegato che, a parziale rettifica di quanto comunicato con la precedente nota, fino al 15 settembre 2012 le comunicazioni potranno continuare ad essere effettuate agli indirizzi di posta certificata delle direzioni territoriali del lavoro.

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Aziende che usano il Lavoro a chiamata

Continuando a leggere l’analisi dell’Istat sull’impiego da parte delle aziende italiane dello strumento del lavoro a chiamata, scopriamo che la tipologia di imprese che vi ha fatto maggiore ricorso appartiene al settore degli alberghi e della ristorazione (60%), principalmente per far fronte ai picchi dei clienti nel periodo estivo e in quello natalizio; commercio, istruzione, sanità  e servizi sociali si contendono il 40% rimanente.

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Lavoro a chiamata in crescita

Il “lavoro intermittente”, o “lavoro a chiamata”, o “job-on-call” secondo l’originaria terminologia anglosassone, èil contratto con il quale il lavoratore si presenta sul luogo di lavoro solo quando il datore glielo richiede sulla base delle effettive esigenze aziendali, mantenendosi a disposizione (e percependo un’apposita indennità ) per i periodi in cui rimane a casa ad attendere la fatidica chiamata.

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Job on call: il contratto di lavoro intermittente a chiamata

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Il lavoro intermittente (o “su chiamata”, da cui l’appellativo inglese “job on call”) èuna speciale tipologia di contratto introdotta nel nostro ordinamento con la legge Biagi, soppressa durante il governo Prodi e successivamente reintrodotta col nuovo governo Berlusconi.

In pratica, il datore di lavoro chiama il dipendente a svolgere la sua mansione solo quando effettivamente serve (con preavviso di almeno un giorno), lasciandolo invece a casa quando non occorre.

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