Il Governo Letta potrebbe introdurre alcune corpose novità per quanto riguarda la riforma Fornero sulle pensioni. Durante il periodo d’emergenza di fine 2011 il Governo Monti fu chiamato ad effettuare una manovra di salvataggio molto incisiva, che creಠil grave problema degli esodati, ossia persone prossime all’età pensionabile che avevano già firmato degli accordi con le aziende per essere accompagnati alla pensione, ma che con la riforma del Governo sulle pensioni si erano trovati spiazzati ed esclusi sia dal mondo del lavoro, sia dal trattamento pensionistico.
Pare che il Governo Letta intenda avvicinare l’à¨tà pensionabile a 62 anni: si potrà andare in pensione a questa età pagando delle penalità . E’ questa l’ipotesi pi๠probabile allo studio del Governo Letta per ciಠche riguarda le modifiche alla riforma pensioni Fornero, contenuta nel decreto salva Italia di Monti.
Dopo il decreto sugli eco bonus, quello di sospensione del pagamento della prima rata Imu di giugno solo per i possessori di prima casa, il decreto “del fare†e il recente decreto occupazione, il Governo studia un altro provvedimento riguardante le modifiche alla riforma pensioni Fornero, del decreto salva Italia, il D.L. n. 201/11 convertito con la legge n. 214 del 2011.
La riforma Fornero aveva spostato in avanti l’età pensionabile per donne e uomini, nel settore privato e in quello pubblico. Il Governo Letta grazie all’azione del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Enrico Giovannini, d’intesa con il titolare del Dicastero dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, ha messo allo studio delle possibili modifiche alla riforma pensioni Fornero.
La prima soluzione e quindi quella pi๠probabile riguarda la riduzione dell’età pensionabile, dai 66 anni previsti dalla Fornero fino ai ai 62, introducendo delle penalità . Verrà prevista quindi una riduzione del’assegno pensionistico in cambio di andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto alla norma generale. Si potrebbe quindi andare in pensione all’età di 62 anni con un assegno pensionistico ridotto dell’8%  rispetto al monte totale che raggiungeremmo ai 66 anni. Ulteriori riduzioni, ma meno incisive sarebbero previste per gli anni a venire entro i 66.
In particolare èprobabile una riduzione del 6% per chi lavora fino a 63 anni e del 4% per chi  va in pensione a 64. Stesso sistema per gli anni successivi. Per chi lavora fino ai 67 anni invece sarebbe previsto un premio del 2% sull’assegno pensionistico. Bonus che sale al 4% se si arriva a 68 anni di età .